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Pizzelle e paste cresciute di Viviana Lapertosa

Pizzelle e paste cresciute di Viviana Lapertosa

Ricordate la pizzaiola Sofi a Loren nell'episodio de L'oro di Napoli di Vittorio De Sica "Pizza a credito"? Ebbene, l'icona nazionale in quel film friggeva proprio una pizzella ovvero una pizza fritta, uno dei primi esempi del mangiare di strada. Si trattava di un disco di pasta di acqua e farina, tirato col mattarello e fritto nell'olio (o altro grasso come sugna). Immediatamente veniva avvolto in un foglio di carta e consegnato all'acquirente che se poteva pagava subito, viceversa veniva segnato su un taccuino apposito e avrebbe pagato dopo alcuni giorni. Addirittura Alexandre Dumas ha documentato questo fenomeno della pizza "ogge a otto" specificando che queste particolari pizze all'olio potevano essere "al lardo, alla sugna, al formaggio, al pomodoro, coperte di pesciolini". Le pizzelle sono diffuse ancora oggi nella tradizione casalinga campana e pugliese e si caratterizzano per il condimento "esterno" messo dopo la frittura.

Per la pasta: 500 g di farina; 250 g di acqua, 1 cubetto di lievito di birra; 1 cucchiaino di zucchero; sale; 5 cucchiai d’olio extravergine d’oliva; olio di arachidi per friggere. Per il condimento: 300 g di sugo di pomodoro; 100 g di parmigiano o pecorino grattugiato; basilico; sale; pepe nero; olio extravergine d’oliva

Impastare tutti gli ingredienti a mano o nell’impastatrice ottenendo una palla soda ed elastica, coprire e lasciar lievitare l’impasto in luogo tiepido fino al raddoppio (circa un paio d’ore). Ricavare delle palline grandi come un mandarino, stenderle con il mattarello in una sfoglia sottile. Friggere le pizzelle in olio bollente, scolandole quando vengono a galla e asciugandole su carta da fritti. Sistemarle su un vassoio e condirle con una cucchiaiata di sugo di pomodoro, una foglia di basilico, sale, pepe e una spolverata di pecorino. Servire subito.

Viviana Lapertosa – lacuocadellaportaaccanto.it – IG: @cuocaaccanto
Foto di Luca Bartolomei

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