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Sebadas di Giorgione

Sebadas di Giorgione

Una ricetta di Giorgione

Per l’impasto: 150 g di semola di grano duro, 1 uovo, sale grosso, acqua, 1 cucchiaio di strutto. Per la farcia: 100 g di pecorino fresco, 100 g di pecorino stagionato, 100 g di ricotta, 1 limone, 1 arancia. olio di semi di arachidi, miele di corbezzolo.

“Seadas o sebadas? Insomma, quella roba lì”. Cominciamo così: farina di semola, un uovo, un nonnulla di sale grosso, un goccetto d’acqua e una bella cucchiaiata di strutto; mescoliamo tutto all’interno di un contenitore di vetro e smuciniamo finché non otteniamo un bell’impasto omogeneo; se risulta troppo appiccicoso lo asciughiamo aggiungendo un altro po’ di farina, dopodiché lo tiriamo fuori dalla terrina, lo trasferiamo su un piano da lavoro e lo maneggiamo fino a ottenere una “pallotta” liscia e morbida. La lasciamo riposare per qualche minuto avvolta da un canovaccio e nel frattempo ci dedichiamo alla farcia. In un altro contenitore di vetro grattugiamo finemente i due tipi di pecorino, quello fresco e quello stagionato, li mescoliamo insieme alla ricotta, spremiamo il limone e aggiungiamo un nonnulla di succo all’intruglio e per finire grattiamo dentro della scorza di arancia. Smuciniamo, compattiamo e lasciamo riposare la farcia così tutti gli aromi si fondono insieme per bene. Riprendiamo l’impasto, lo stendiamo non troppo fine e ritagliamo dei dischi di pasta di numero pari su metà dei quali sistemiamo una cucchiaiata di crema di ricotta e pecorino. Chiudiamo adagiando sopra l’altra metà dei cerchi di pasta, sigilliamo bene i bordi tamponandoli con i denti di una forchetta e friggiamo le sebadas in una padella dove abbiamo fatto scaldare dell’olio. Quando sono pronte, belle dorate da entrambi i lati, le scoliamo per bene e le adagiamo su un piatto irrorandole con miele di corbezzolo. “Le sebadas vanno mangiate calde… E quindi il test va fatto subito. Hanno un aspetto ‘delicious’, il profumo è ‘delicious’. Una poesia! Lode alla Sardegna e buon appetito!”.

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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.

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