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Vino & salute. In Irlanda prezzo minimo per le bevande alcoliche dal 2022

Per salvaguardare la salute della popolazione, da gennaio 2022 il governo irlandese ha reso noto e confermato che per le bevande alcoliche sarà fissato un prezzo minimo. La risposta agli studi sugli effetti dell’alcol.

  • 16 Maggio, 2021

Un prezzo minimo per l’alcol. La proposta irlandese

La discussione sul piano politico è ancora in corso ma è probabile, secondo la stampa locale, che si vada avanti sulla strada intrapresa. In Irlanda, a partire dall’inizio del 2022, il prezzo minimo degli alcolici sarà fissato a 10 centesimi per ogni grammo di alcol. Per fare un esempio, una bottiglia di vino Chardonnay costerà almeno 7,75 euro, mentre il prezzo minimo di una lattina di birra sarebbe pari a 1,32 euro per 440 ml, secondo stime del Ministero della Salute, anche se le associazioni dei consumatori sottolineano che il costo sarebbe superiore (intorno a 1,50 euro), considerando che nei supermercati il formato da 500 ml è adottato dalla maggioranza dei brand.

Lo studio sul consumo di alcol

Il governo irlandese ha agito anche in seguito alla pubblicazione di diversi studi internazionali sul rapporto tra alcol e salute, con cui si evidenzia che il consumo eccessivo di bevande alcoliche ha incrementato la mortalità, soprattutto tra le fasce giovani dai 15 ai 39 anni (che lo acquistano a basso costo in negozi e market). Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Irlanda è al secondo posto nel mondo per il fenomeno del binge drinking (l’abbuffata alcolica). In tutta l’Irlanda, il consumo medio di alcol è attualmente pari a 11 litri all’anno ed è stabile dal 2015, con un calo pari al 6,6% nel 2020, secondo dati dell’Agenzia irlandese delle dogane (Revenue commissioners).

Le autorità di Dublino porteranno avanti il progetto di legge anche se l’Irlanda del Nord non farà altrettanto. Ed è per questo che le associazioni nazionali dell’industria del beverage, come la Food drink Ireland (FdI), temono che la misura porrà l’Irlanda in una situazione di svantaggio competitivo rispetto all’Irlanda del Nord, stimolando il cosiddetto ‘turismo alcolico’ oltre confine. La richiesta degli industriali – che condividono l’obiettivo del Governo di ridurre il consumo eccessivo di alcol tra la popolazione – è, in particolare, quella di introdurre delle misure analoghe sia da una parte sia dall’altra dei confini che dividono i due Stati.

I precedenti

Per quanto riguarda gli effetti della legislazione sui consumi, ci sono dei precedenti analoghi in Gran Bretagna. Dal maggio 2018, la Scozia ha introdotto un prezzo minimo per le bevande alcoliche determinando, da un lato, una conseguente riduzione di circa il 5% degli acquisti in supermercati e negozi (fonte Public health Scotland) e, dall’altro, il livello più basso di consumo di alcolici negli ultimi 20 anni. E chissà che non si debba pensare di correre ai ripari anche in Italia: causa pandemia, e conseguenti lockdown, l’ISS ha rilevato un incremento esponenziale del consumo casalingo di alcol, con impennate che toccano il 250%, favorite dall’isolamento e dallo stress, ma anche dal dilagare di aperitivi digitali per stemperare la situazione. Il binge drinking, in Italia, riguarda 3,8 milioni di bevitori, di cui 830mila di età compresa tra gli 11 e i 25 anni.

 

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