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Riflessioni a margine

Attenzione: il vino non si fa con il libretto delle istruzioni

L'assaggio dei suoi vini e le chiacchiere con Luigi Tecce, produttore "naturale" a Paternopoli, rimescolano le idee su cultura, spirito e tecnica. Anche a proposito del vino: la più contro-natura delle opere dell'uomo...

  • 21 Luglio, 2024

Ho sempre pensato che, pur avendo in grande considerazione l’idealismo crociano (ed hegeliano), alla fine la conoscenza puntuale e tecnica dei mezzi di produzione fosse essenziale per la riuscita di un prodotto umano. E quindi che, per realizzare una poesia così come un salame, servisse principalmente la conoscenza tecnica (del linguaggio o della norcineria) prima del talento o dell’ispirazione innata (arte come “intuizione pura”) dentro “l’anima dell’artista”.

Addomesticare rispettando natura e istinti

Spiegando il filosofo tedesco, Giuliano Antonello scrive sul suo blog che per Hegel: “Il grande artista è colui che sente il materiale in tutta la sua forza e autonomia, è colui che, nel mentre sa vincere la riottosità di questo materiale, lo fa assecondandone la natura, un po’ come il domatore che comanda all’animale rispettandone fino in fondo la natura e gli istinti”.
Ecco, questi sono i concetti che ci frullano in mente dopo aver assaggiato gli Aglianico di Luigi Tecce da Paternopoli e ancor di più dopo aver fatto due chiacchiere con lui. Anzi, in realtà le ha fatte lui due chiacchiere con noi, perché alla domanda di come un figlio di contadini come lui abbia potuto fare un percorso che lo ha portato a fare un vino insieme così stravagante ed elegante e di come lui sia riuscito a costruirsi in maniera altrettanto elegante e stravagante, è seguito un racconto lunghissimo, un monologo quasi poetico che si è chiuso con il video del suo cinquantesimo compleanno, tre anni fa, in cui il protagonista era Vinicio Capossela con una band musicale di primissimo piano. 

“Più romanzi e meno manuali di enologia”

“Leggendo, ecco come ho fatto. Ma non leggendo manuali di enologia: leggendo poesie e romanzi, filosofia e storia. E ovviamente ispirandomi all’ultimo vinificatore della mia famiglia: mio nonno. Io sono del 1971. Lui è morto prima che io fossi maggiorenne…” Così si racconta lui, segaligno e allampanato come un moderno Don Chisciotte. Ma anche come un adolescente sopravvissuto alla sua adolescenza. 

Comincia a sbottare parlando dei “naturali”, Luigi Tecce, lui che dei naturali è stato un antesignano, che è uscito dal consorzio del Taurasi perché si era stancato che i suoi vini venissero sempre giudicati e bocciati da persone che non capivano e non sapevano tracciando una storia simile a quella di tanti altri “naturali”. Ma il vino – spiega – è la prima e più contro-natura tra le opere dell’uomo. E – aggiunge – è la prima e vera opera dello spirito. Il resto era già dentro di lui. E lo ha raccontato in una lunga intervista al Gambero… 

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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.

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