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La pace tra Canberra e Pechino fa volare le vendite di vino in Cina

I consumi di vino australiano schizzano in Cina dopo l'abolizione delle sanzioni nel marzo scorso. Una buona notizia che dà una boccata d'ossigeno ai produttori messi in crisi dai bassi consumi

  • 15 Luglio, 2024

Il commercio di vino dall’Australia alla Cina ricomincia a galoppare. Pechino ha revocato le sanzioni commerciali sul vino australiano alla fine di marzo, in segno di disgelo delle tensioni tra le due nazioni; il risultato, oggi, è che il settore vinicolo australiano sta prosperando grazie al flusso di milioni di litri di alcolici verso la Cina.

I numeri della ripresa

Solo nel mese di maggio sono stati esportati in Cina 9,8 milioni di litri di vino imbottigliato, per un valore di 142,2 milioni di dollari. Si tratta della quarta cifra mensile più alta per le esportazioni di vino in Cina dal 2019 ed è superiore di quasi 50 milioni di dollari rispetto al valore medio mensile delle esportazioni prima della pandemia. Il ministro dell’Agricoltura Murray Watt celebra la ripresa, affermando che tutto ciò farà felici sia i produttori di vino che i consumatori: «Sappiamo che gli ultimi anni sono stati incredibilmente difficili per il settore vinicolo australiano, quindi vedere questi dati è una notizia fantastica per l’intero settore. Questo dimostra l’importanza del lavoro svolto dal governo Albanese per stabilizzare le nostre relazioni con la Cina», ha dichiarato lunedì scorso. Nel 2019 le esportazioni di vino australiano in Cina hanno raggiunto il valore di 1,1 miliardi di dollari. Nei due mesi successivi alla ripresa degli scambi, il valore delle esportazioni di vino in Cina ha raggiunto i 228 milioni di dollari.

La vicenda dei dazi

Nel 2020, al culmine delle tensioni diplomatiche, erano state imposte tariffe su una serie di prodotti australiani, che rendevano impraticabile per i produttori l’esportazione di merci in Cina. Tra i settori più colpiti c’è stato sicuramente il vino, ma alcuni di questi dazi ancora sono presenti e si sta lavorando sul loro superamento. Ad essere colpito c’è stato anche l’orzo le cui sanzioni sono state revocate ad agosto, ma rimangono imposte su due macelli e sulle aragoste.

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<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.

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