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Vini Rari dall’Etna: due bianchi di livello mondiale

Due bottiglie da mettere in cantina con la certezza di un invecchiamento da mille e una notte

L’Etna vanta un preziosissimo patrimonio di vini rari. Etichette che danno vita a singole parcelle, contrade anche piccolissime, tra vecchi alberelli che viene voglia d’abbracciare e spruzzate di cenere. In questa puntata della nostra guida dedicata alle tirature squisitamente artigianali, vi segnaliamo due bianchi etnei semplicemente incantevoli, li annoveriamo non solo tra i migliori bianchi dell’isola, ma tra i più eleganti e complessi su scala nazionale.

Nel primo caso siamo fuori dalla zona della Doc Etna, siamo dalle parti di Bronte, celebre nel mondo più per i pistacchi che per i frutti della vite. Qui, Mirella Buscemi produce un vino bianco di una finezza aromatica sorprendente, dai tratti balsamici sussurrati e lunghissima persistenza sapida: il suo carattere cristallino ci ha incantato.

Abbiamo deciso di proporlo accanto a un Etna Bianco Superiore, quando si parla di Superiore ricordiamo che abbiamo a che fare con Milo, sul versante est del vulcano, la zona storicamente più vocata per il Carricante. Il vino arriva da una contrada che nel tempo si è messa in mostra per la produzione di bianchi capaci d’invecchiamenti monumentali: Contrada Caselle.

L’Etna Bianco Superiore Palmento di Caselle 2020 de I Vigneri ci ha emozionato all’assaggio. La famiglia Foti, Simone e Andrea hanno ereditato la passione del padre Salvo, ha deciso di valorizzare una manciata di piante pre-fillossera che danno vita a un’espressione particolarmente stratificata e intensa, con un saggio uso del legno a modellare un succo d’incredibile energia e profondità.

Nel complesso, la sensazione è che i bianchi prodotti nel comprensorio di Milo siano di gran lunga più propensi all’invecchiamento dei più celebrati rossi. Tra l’altro, gli ultimi dati forniti dal Consorzio confermano che nel 2023 si è ridotto il gap numerico tra Etna Rosso ed Etna Bianco, che oggi rappresenta il 42%. In un paio d’anni, vista anche la richiesta del mercato, si arriverà a un sostanziale pareggio tra le due tipologie. Nel frattempo, v’invitiamo a ricercare queste due gemme capaci che brillano di luce propria nel bicchiere.

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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.

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