Il 2024 è l’anno del vermouth? Si direbbe proprio di sì. Un grande ritorno, con marchi che rinascono e altri creati ex-novo, e tutto in una versione più giovane e di tendenza. A Torino, la città dove Antonio Benedetto Carpano ha messo a punto la sua ricetta di vino aromatizzato alle erbe e spezie, a febbraio si è svolto il primo Salone del Vermouth, a giugno sarà invece la volta della “Vermouth di Torino Week”, a cura del Consorzio del Vermouth di Torino con eventi organizzati contemporaneamente in Italia, in Europa e nel mondo.
E ora dal 13 al 21 aprile si tiene Vérmut!, il festival del vermouth che prende le mosse da Biella, da dove inizia una Strada del Vermouth che toccherà Torino, Agliè, Caluso e poi Asti, le valli attorno a Biella – Bioglio, Campiglia Cervo, l’Oasi Zegna… – e ancora, tra gli altri, Casale Monferrato, Castellamonte, Cuneo, Pessione, il Canavese, fino a Genova e Milano. Un invito a vagabondare con lentezza nelle Terre del Vermouth, visitare aziende, degustare aperitivi, scoprire profumi e sapori. Il festival, organizzato da Etnica+ a cura di Enzo Napolitano e Stella Scialpi, propone in tutto oltre 70 esperienze da scoprire e da vivere.
Perché Biella? Perché è a 15 minuti dalla città, a Bioglio, che il 24 novembre del 1751 è nato Antonio Benedetto Carpano, distillatore ed erborista. Dunque Biella e Torino sono unite da un “filo di vermouth”. Dalle Valli del Biellese, Carpano scende infatti a Torino e sperimenta nuove varianti del “vino aromatizzato” in miscele e proporzioni segrete di erbe aromatiche e spezie (cannella, coriandolo, noce moscata, zafferano, vaniglia, chiodi di garofano… ma soprattutto l’assenzio o artemisia maggiore, in tedesco wermut) su una base di vino bianco, in origine Moscato di Canelli. Lo vende in una bottega di Torino sotto i portici di piazza Castello, nota dal nome del suo proprietario, il fabbricante di liquori Merendazzo. E trasforma una bevanda medicinale in una bevanda conviviale che nella Torino ottocentesca diffonde il rito dell’aperitivo, quello che lo scrittore Edmondo De Amicis battezza L’Ora del Vermouth. A Bioglio, nel parco di Villa Santa Teresa, c’è uno spazio dedicato a Carpano e al suo vermouth, che sembra nato apposta per fare incontrare i territori: il Monferrato con il Moscato, le montagne con le erbe spontanee e l’Estremo Oriente con le spezie
Filo conduttore del festival è il vermouth come espressione e narrazione di territori, tradizioni, culture e colture enologiche. Ed e? proprio la biodiversita? del vermouth la ragione del suo successo, che dura da oltre due secoli, e della sua diffusione nel mondo. Assaporare e condividere un vermouth e? da sempre un momento di dialogo culturale. Un dialogo che si ritrova anche nelle miscelazioni che mettono in connessione territori, tradizioni e culture, a cominciare dal cocktail Milano-Torino, incontro tra il vermouth e il bitter e fra la cultura e le tradizioni di due capitali. Fin dalla prima edizione Ve?rmut! si basa dunque sul dialogo tra i territori, inizialmente il Biellese e il Canavese, poi una Comunita? di Gusto composta da partner, aziende, locali e appassionati che si e? gradualmente ampliata nelle Terre da Vermouth: territori caratterizzati dalla storia, dalla tradizione, dalla cultura, dalla condivisione, dalla produzione, dall’innovazione del Vermouth, fra marchi storici e marchi minori, Una Comunita? di Gusto inclusiva fatta da viticoltori, distillatori, botanici, ristoratori, chef, sommelier, pasticceri, cioccolatieri, bartender, gastronomi lunga una Strada del Vermouth esperienza da vivere durante il festival ma anche da rivivere dopo il festival.
ll festival si sviluppa in diverse aree tematiche:
E giovedì 18 aprile alla Bürsch di Campiglia Cervo apericena con i cocktail al vermouth di Matthew Stroud barman della Bürsch e accompagnmnto food di Erika Gotta chef del resort.
E inoltre in una trentina di locali torinesi (caffè storici, cocktail bar, ristoranti) si celebra per tutta la durata del festival l’Ora del Vermouth. I locali aderenti propongono il Vermouth di Torino Igp, di 3 marche diverse e 5 differenti tipologie tra Extra-Dry, Dry, Bianco, Ambrato, Rosso. Il Vermouth viene servito freddo, con o senza ghiaccio, con scorza di limone o arancia, non trattata e biologica. Si può decidere di degustare tre Vermouth di Torino in purezza oppure uno in purezza e un cocktail. A fianco del Vermouth di Torino, una scelta di assaggi tipici del territorio e della cucina piemontese, tra i formaggi e i salumi, le acciughe e i tomini al verde, l’insalata russa, il vitello tonnato e la carne all’albese, i peperoni in bagna càuda, i grissini…per finire con nocciole e gianduiotti: cinque assaggi di cui uno dolce, secondo la tradizione storica.
Aperitivi con il vermouth anche a Biella, abbinamenti con i torcetti ad Agliè, con i biscotti della duchessa a San Giorgio Canavese, il gelato al vermouth Cocchi di Alberto Marchetti a Torino…
Insomma, saranno 9 giorni che cambieranno la vostra percezione del vermouth.
Programma dettagliato disponibile dal 5 aprile 2024 su
www.atl.biella.it
www.comune.biella.it
www.comune.aglie.to.it
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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