
La vendemmia in Veneto è alle porte e, come riportato dal Corriere Veneto, la regione si prepara ad affrontare una stagione segnata dalle sfide del cambiamento climatico. In Valpolicella, le uve crescono con il metodo di viticoltura a pergola, sotto una copertura di foglie, per proteggersi dal caldo eccessivo, mentre sui Colli Euganei si studiano invasi in quota per garantire l’irrigazione nei periodi siccitosi. L’anticipo è di 3-5 giorni rispetto al consueto. Le operazioni sono già in corso per le varietà di uve precoci come Pinot e Chardonnay, mentre per la Glera – con un incremento della produzione del +20% – si attende il 10 settembre, e per il Merlot, Corvina e Garganega le date sono rispettivamente il 12, 18 e 25 settembre. La stima finale della raccolta prevede una produzione di uva compresa tra 13,3 e 14,2 milioni di quintali, con variazioni rispetto all’anno precedente.
Le uve del vitigno Glera stanno dimostrando una sorprendente resistenza al calore, segno di adattamenti epigenetici che consentono loro di prosperare nonostante le temperature elevate di questa estate. Diego Tomasi, direttore del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, ha spiegato al Corriere Veneto che «cinquant’anni fa i nostri vigneti sarebbero morti con questo caldo. Si sono però registrati dei cambiamenti epigenetici, che permettono all’uva di tollerare il cambiamento climatico. Nel 2005 con queste temperature la crescita si fermava, ora prosegue». Questo adattamento è cruciale per garantire la qualità delle uve destinate alla produzione di Prosecco, un vino che rappresenta una parte significativa dell’economia vitivinicola veneta.
Antonella Bronca, della cantina Sorelle Bronca, nella frazione di Colbertardo in provincia di Treviso, afferma che nella zona delle rive, dove i vigneti di Glera poggiano su pendii molto ripidi (con un’inclinazione che arriva a 70-80%), verrà anticipata la vendemmia di circa una settimana o poco meno, «perché le acidità degli acini si stanno abbassando velocemente». Intanto, lunedì 2 settembre l’azienda procederà con la raccolta del Manzoni e Pinot bianco per i loro vini fermi, e «se in questi giorni dovesse piovere, potremmo aspettare ancora qualche giorno per la Glera». Ma per ora la qualità dell’uva dei vigneti delle Sorelle Bronca resta ottimale, grazie alle copiose piogge primaverili.
Le innovazioni tecnologiche e agronomiche stanno giocando un ruolo chiave nel futuro della viticoltura veneta. In Valpolicella, dove la temperatura è un fattore critico, il 75% dei vigneti è stato piantato a pergola per proteggere gli acini dall’eccesso di calore. Christian Marchesini, presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, ha spiegato sul Corriere Veneto che «l’ombra aiuta gli acini». Parallelamente, sui Colli Euganei si studiano soluzioni innovative per la gestione dell’acqua, come la creazione di invasi in quota per raccogliere l’acqua piovana in eccesso e utilizzarla durante i periodi di siccità. Gianluca Carraro, presidente del Consorzio Tutela Colli Euganei, conferma che «con un progetto da poco più di un milione di euro riusciremmo ad accumulare l’acqua piovana in eccesso e a irrigare un’ottantina di ettari nei momenti di siccità». Ma le sfide climatiche impongono cambiamenti significativi anche nelle tecniche di appassimento delle uve: nelle cantine della Valpolicella, ad esempio, si stanno installando pannelli solari per raffreddare i fruttai, migliorando così il processo di appassimento.
Nel Veronese, gli sbalzi termici di fine aprile hanno danneggiato molti vigneti di fondovalle e areali di pianura, con impatti negativi sulle varietà di uve a bacca bianca, che subiranno cali produttivi del -10%/-20%. Ma il cambiamento climatico quest’anno influenzerà anche i prezzi delle uve e causerà tensioni nel mercato del Prosecco. Recentemente, la Camera di Commercio di Treviso ha comunicato che il prezzo dell’uva è in calo: la Doc Prosecco è tra 1,07 e 1,13 euro al chilo, la Docg Conegliano e Valdobbiadene tra 1,45 e 1,55 euro, e la Docg Asolo tra 1,3 e 1,4 euro.
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