Tra i filari del Lazio, la vendemmia inizierà con qualche settimana di anticipo rispetto al solito e l’umore dei produttori è tutt’altro che sereno. Mentre l’uva si presenta in ottime condizioni, grazie a una stagione siccitosa ma piuttosto favorevole, l’incubo della grandine minaccia di compromettere i raccolti. In molti temono che i temporali previsti possano vanificare mesi di lavoro. L’attenzione è alta anche per la raccolta delle olive, che si prospetta abbondante, ma altrettanto vulnerabile ai capricci del tempo.
La raccolta anticipata dell’uva dei Castelli Romani e in tutto il Lazio sta diventando una realtà, spinta dalle condizioni climatiche che stanno mettendo a dura prova la vendemmia di tutte le regioni italiane. Se da una parte i produttori esprimono soddisfazione per la salute e l’abbondanza dei grappoli, dall’altra restano in attesa di capire come evolveranno le condizioni meteo nelle prossime settimane. Oreste Molinari, del consorzio di tutela vini Frascati Docg, sottolinea sul Messaggero: «Le viti più giovani soffrono per la siccità, mentre quelle più vecchie, con radici profonde, hanno resistito meglio. Una pioggia moderata adesso sarebbe l’ideale, ma i temporali violenti potrebbero essere disastrosi».
Roberto Rotelli, presidente della Strada dei vini dei Castelli Romani, invece commenta: «Non abbiamo mai visto una siccità così prolungata, e le viti ne risentono. La mancanza di sistemi di irrigazione rende la situazione ancora più complicata». Nonostante ciò, alcuni aspetti positivi emergono: l’assenza di parassiti grazie alla scarsità di piogge primaverili. Anche Fabrizio Santarelli, viticoltore a Grottaferrata, ammette la preoccupazione per il meteo: «Siamo soddisfatti della maturazione, ma dovremo anticipare la vendemmia di almeno 15 giorni. Il rischio di grandine, però, ci tiene col fiato sospeso».
Mentre l’ansia per la vendemmia è palpabile, negli uliveti la situazione sembra più tranquilla. Mauro Gargano, agricoltore di Marino, osserva: «Le olive stanno maturando bene. Se il tempo sarà clemente, potremo finalmente avere una produzione che permetterà di abbassare il prezzo dell’olio extravergine, divenuto proibitivo». Tuttavia, anche qui, l’incognita meteorologica non lascia dormire sonni tranquilli: «Speriamo che le tempeste, che hanno già colpito altre regioni, non si facciano vedere qui», conclude Gargano.
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