Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha appena minacciato l’Unione Europea, «una delle autorità fiscali e tariffarie più ostili e abusive al mondo», con tariffe del 200% su vini e champagne.
Low angle view of skyscrapers and american flags waving on fifth avenue in manhattan, new york city
La dichiarazione, appena riportata dall’Ansa, ha a che fare con i dazi del 50% sul whisky statunitense annunciati ieri dall’Europa, come ha scritto lo stesso Trump: «Se non verrà rimossa immediatamente gli Stati Uniti imporranno a breve dazi del 200% su tutti i vini, gli champagne e i prodotti alcolici in arrivo dalla Francia e dagli altri Paesi dell’Unione europea. Sarà grandioso per le aziende statunitensi di vino».
Una contromossa prevedibile, tant’è che Federvini aveva già lanciato il suo appello all’Ue per sospendere le tariffe aggiuntive sul whisky (che scatterebberoo dal primo aprile) com l’obiettivo di non inasprire i rapporti con Washington. E ieri, dalla stessa Fervini al Ceev, il settore aveva chiesto alla Commissione Ue di non inserire il vino statunitense nella black list, nell’ambito del contenzioso in materia di acciaio e alluminio per non segnare un clamoroso autogol. Le tariffe aggiuntive di Trump potrebbero scattare dal 2 aprile come già dichiarato dalla Casa Bianca.
Non si è fatta attendere la risposta della Francia, determinata a reagire ai dazi annunciati. «Non cederemo alle minacce», ha dichiarato il ministro del Commercio Estero francese Laurent Saint-Martin su X.
Intanto l’associazione francese Fevs, che rappresenta gli esportatori di vino e liquori ha dichiarato che i loro interessi sono stati sacrificati dopo che la Commissione Europea ha imposto dazi sul whisky prodotto negli Stati Uniti: «Questo ci ha messi direttamente nel mirino del presidente degli Stati Uniti – ha dichiarato il capo dell’associazione Nicolas Ozanam – Siamo stanchi di essere sistematicamente sacrificati per questioni che non ci riguardano», ha detto all’AFP, invitando la Commissione Ue a mostrare realismo.
«L’escalation delle guerre commerciali genera situazioni grottesche in cui a perdere sono tutti. Siamo al sonno della ragione che genera mostri, speriamo in un pronto risveglio da questo incubo, perché il vino è il simbolo dell’amicizia tra i due popoli – commenta il presidente di Unione italiana vini Lamberto Frescobaldi – Con i dazi al 200%, a cui non vogliamo credere almeno quanto non crediamo ai mostri, l’Ue perderebbe circa 4,9 miliardi di euro di export, ovvero il monte totale delle esportazioni dirette oltreoceano. Ma a perdere sarebbe anche tutta l’industria del wine&food americana, perché per ogni euro di vino d’importazione acquistato se ne generano 4,5 in favore dell’economia statunitense». L’Italia, secondo l’Osservatorio Uiv, lo scorso anno ha spedito negli Usa il 24% del totale export globale per un controvalore di 1,93 miliardi di euro (+10% sul 2023) che si azzererebbe completamente nel caso di dazi al 200%.
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