Comincia, questa settimana, l’analisi delle quotazioni ottenute alle aste dal Sassicaia, a seconda del tipo di bottiglia in cui è conservato e a seconda delle vendemmie. Questa prima puntata è riservata alle annate del secolo scorso, quelle che vanno fino al 2000, proposte in bottiglia standard da 0,75 litri. Le bottiglie quotate sia alle aste di quest’anno che a quelle del 2023, sulle quali è stato, quindi, possibile effettuare il confronto che sta alla base dell’analisi, sono 21, anche se in tabella ne compaiono per motivi di spazio soltanto 16. Quelle pubblicate sono state, ovviamente, selezionate e sono le più significative.
Come i grandi vini piemontesi presi in esame nelle scorse settimane, anche il Sassicaia registra un ribasso delle quotazioni, ed è un ribasso piuttosto pronunciato: complessivamente le 21 annate valgono oggi 9.869 euro, mentre per averle, l’anno scorso, bisognava sborsarne 11.775. La diminuzione è, quindi, del 16%, ma è relativa ai Sassicaia d’antan, che essendo i più antichi sono anche i più cari, quelli su cui è più facile si sviluppi la speculazione.
È evidentemente sulla base di questo sospetto che l’annata più famosa e, quindi, più costosa, il 1985, ha subito uno dei tagli più vistosi, del 30%, mentre una delle quotazioni più basse, quella del 1980, ha ottenuto un rialzo addirittura del 55%. Di quanto siano diminuite le quotazioni dei Sassicaia nel loro complesso lo sapremo però la settimana prossima, quando verranno prese in esame le annate di questo secolo, dal 2001 in poi.
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