Il Consorzio vini Colli Piacentini si riaffida a Marco Profumo per il prossimo triennio. Il presidente uscente è stato confermato dal Cda alla guida dell’ente emiliano, nella prima seduta del nuovo consiglio direttivo di giovedì 6 giugno. Al suo fianco, come vicepresidenti sono stati eletti Stefano Pizzamiglio e Giuseppe Gaddilastri. Definiti anche i ruoli dell’organo di controllo: Davide Valla sarà referente per la gestione della raccolta firme e presentazione dei disciplinari; Patrizio Campana per i piani di sviluppo e la promozione; Chiara Azzali e Paolo Passerini i referenti per la gestione dei rapporti con le associazioni di categoria. Nel consiglio direttivo entra Mariolina Bolzoni. Il distretto conta circa 90 aziende associate, su più di 3mila ettari vitati, con una produzione di oltre 22 milioni di bottiglie in cui convivono vini frizzanti come Bonarda e Barbera, ma anche Ortrugo, Malvasia e Gutturnio.
Profumo è presidente del consorzio dal gennaio 2019. Il suo nuovo mandato ha come obiettivo il perfezionamento del percorso di rinnovamento portato avanti fino a oggi. «Potrò contare su una squadra di consiglieri molto ben assortita e rappresentativa del territorio per genere, vallate e dimensioni d’azienda», ha dichiarato Profumo, specificando gli obiettivi futuri: il completamento dell’iter di revisione tecnica dei disciplinari di produzione dei vini (la riduzione delle tipologie e l’innalzamento a Docg per Gutturnio e Malvasia), la differenziazione e l’ampliamento a livello internazionale dei mercati di riferimento e la promozione dei Colli Piacentini come meta di un enoturismo slow. A metà giugno è prevista una trasferta in Lituania, a Vilnius, con protagonista la Malvasia di Candia aromatica assieme al Moscato, in collaborazione con Vini del Piemonte, consorzio promozionale a cui partecipano 250 aziende. Un appuntamento inserito nel programma di valorizzazione delle produzioni Doc dei Colli Piacenti che, tra 2024 e 2025, metterà in campo una spesa di oltre 180mila euro (cofinanziato con fondi pubblici per oltre il 70 per cento della spesa complessiva).
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