Molise Aglianico Contado Ris. 2019 โ Di Majo Norante
La sede del Consorzio dei Vini dโAbruzzo che ha ospitato le nostre degustazioni si trova a Ortona. Arrivando da nord, gli ultimi chilometri di autostrada sono totalmente circondati dai vigneti. LโAbruzzo รจ una regione profondamente vitata e la produzione vinicola รจ parte integrante dellโeconomia regionale. Sono tante le cantine abruzzesi e sono tante quelle che hanno aderito al nostro invito a partecipare alla selezione, quasi un centinaio: purtroppo abbiamo dovuto operare dei tagli anche abbastanza netti, quasi del 40%, nonostante un piccolo aumento della foliazione che ormai si era fatto necessario.
Per quanto riguarda il Montepulciano dโAbruzzo, le ultime due annate, 2022 e 2021, sono state affrontate dalle aziende in maniera corretta: pochi i vini surmaturi, con etichette piuttosto ben fatte e godibili. Il discorso cambia con i 2020: qui iniziano a entrare in gioco dei limiti tecnici che piรน di una volta abbiamo evidenziato: troppo spesso รจ ancora il legno a essere lโingrediente principale di questi rossi; magari un poโ piรน di sensibilitร sarebbe gradita. Si torna su con i 2019, piuttosto nitidi e dotati di buona freschezza. Scendendo con le annate non รจ raro trovare vini giร a fine corsa.
Per quanto riguarda il lato bianchista, ormai รจ conclamato lo strapotere del pecorino sul trebbiano: abbiamo assaggiato oltre 100 campioni per il primo, poco piรน di 60 per il secondo. Ma il trebbiano non ci sta ad abdicare. Ci รจ sembrato che i produttori stiano cercando di restaurare il bianco abruzzese per antonomasia con versioni che escono almeno dopo un anno, o anche di piรน: abbiamo trovato vini complessi, sfumati, molto interessanti man mano che siamo andati indietro nel tempo. Se il pecorino la fa da padrone nei numeri, non possiamo dire la stessa cosa per quanto riguarda la qualitร . Colpa dellโannata sicuramente: la torrida 2022 si รจ fatta sentire non tanto per i vini surmaturi o โcottiโ, quanto per la paura di arrivare a tanto. Abbiamo assaggiato vini un poโ crudi e โverdiโ, probabilmente frutto di raccolte troppo anticipate.
Del Cerasuolo abbiamo parlato giร in altre sedi ma ribadiamo come per noi sia il vino del futuro. La potenza materica del montepulciano viene imbrigliata in vini leggeri che, nelle migliori versioni, non perdono nulla dellโenergia del vitigno, anzi la incanalano verso la giusta direzione. Ovviamente stiamo parlando delle versioni veraci, quelle piรน identitarie.
Non sono tanti gli italiani capaci dโindicare con esattezza il Molise nella geografia italiana. Il vino puรฒ sicuramente aiutare a riportare sulla mappa una regione bellissima e da scoprire, una cerniera tra Abruzzo, Puglia e Campania. La superficie vitata รจ piccola ma la regione รจ da sempre vocata alla viticoltura in un paesaggio di dolci colline che dagli Appennini lambiscono il mare. Siamo fuori dalle grandi rotte turistiche, si viene qui per assaporare una cucina vera e godere di un patrimonio naturalistico e archeologico davvero prezioso.
Il cuore produttivo si concentra su altopiani tra il mare Adriatico e Campobasso, anche se nellโultimo decennio diversi produttori hanno spostato lentamente la produzione anche verso quote piรน alte per giocare dโanticipo contro lโinnalzamento delle temperature. La grande protagonista si chiama tintilia, una varietร autoctona a bacca rossa il cui nome deriva da โtintaโ, per via della sua intensa tonalitร e ricchezza di antociani. Dona vini dai tipici richiami mediterranei tanto nel profilo minerale quanto nel registro di erbe mediterranee. Piรน volte in degustazione ci siamo ritrovati davanti a uno sfiziosissimo registro delicatamente pepato che ha che fare con il suo dna stilistico al di lร dellโuso dei legni, non sempre calibratissimi in regione. Anche se siamo lontani dai vini iperconcentrati e tostati di qualche ano fa.
La tintilia รจ un jolly, noi siamo fortemente convinti che possa regalare grandi soddisfazioni anche in rosa, per vini complessi e gastronomici. Ancora in pochi utilizzano le uve migliori per la tipologia, ma siamo pronti a scommettere che in futuro assaggeremo piรน vini in rosa, intercettando una tendenza gustativa che si puรฒ ben applicare su alcuni territori molisani. Altro ruolo importante spetta allโaglianico, mentre sul fronte bianchi registriamo dei passi indietro rispetto agli ultimi anni, a causa anche di vendemmie non facilissime come la 2021 e soprattutto la 2022.
Intanto, qualcosa si sta muovendo sul fronte Consorzio, i produttori hanno capito che fare squadra รจ lโunica via per far uscire dai propri confini lโimmagine regionale. Bisogna scrollarsi di dosso lโetichetta di Cenerentola del vino italiano e lavorare a testa bassa. I risultati arriveranno.
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