Uno sciopero della vendemmia. Un giorno di stop in un periodo dell’anno in cui ogni minuto è prezioso è una cosa insolita, quasi un suicidio produttivo. Ma la disperazione dei viticoltori della Sicilia occidentale è tale che il tanto peggio tanto meglio è un’opzione in fondo ragionevole. Nella provincia di Trapani la vendemmia 2023 – difficile in tutta Italia – rischia di passare alla storia come la peggiore di sempre a causa del clima spietato e della peronospora aggressiva, e i produttori chiedono un aiuto importante dal governo regionale e da quello nazionale. Per questo il 22 settembre la raccolta delle poche uve sopravvissute al disastro si ferma. Una cosa mai successa.
La vicenda è raccontata dal Fatto Quotidiano, che ha ascoltato alcuni dei produttori e dato spazio alla loro rabbia. Come quella di Antonio Parrinello, del comitato dei giovani produttori di Marsala e Petrosino: “Non avevamo mai visto niente del genere, siamo nati con il caldo, ma le temperature raggiunte quest’estate hanno provocato danni senza precedenti. Ci hanno rovinato”.
Le stime sui danni provocati dalle abbondanti piogge di inizio estate e dall’afa di luglio e agosto, che hanno decimato l’uva e favorito l’azione della peronospora – il fungo che attacca i grappoli – sono impressionanti. Una riduzione del raccolto attorno al 60 per cento rispetto al 2022 e un danno economico calcolato in 100 milioni, considerando anche l’indotto di quella che è la principale realtà imprenditoriale del territorio, una voragine economica a fronte della quale il ristoro di un milione stabilito dallo stanziamento governativo appare perfino beffardo.
Quindi lo sciopero dei grappoli. E un silenzioso corteo partito dalla fontana del vino di Marsala. Che dovrebbe servire a sollecitare un intervento più deciso da parte delle istituzioni. La battaglia dei viticoltori trapanesi è sostenuta dal sindaco di Marsala Massimo Grillo e da altri 25 primi cittadini del territorio, oltre che da 15 presidenti di cantine sociali, 8 sindacati e da alcuni deputati locali di tutti gli schieramenti, che hanno scritto al presidente della Regione Sicilia Renato Schifani e all’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino.
Della vicenda si è occupato anche il vescovo di Mazara del Vallo Angelo Giurdanella, che allarga lo sguardo alle “implicazioni economiche e sociali del cambiamento climatico” delle quali pagano il prezzo più alto “le fasce più deboli che in questo momento sono anzitutto gli agricoltori e i lavoratori dei campi”. Il presule invoca aiuti straordinari nel breve tempo ma soprattutto riforme strutturali per il futuro. Perché non è giusto che il lavoro di un anno venga rovinato in poche settimane di tempo bastardo.
Foto: Consorziovinomarsala.it.
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