Una comparazione come se ne fanno poche: 6 coppie di vini, conservati nello stesso luogo alle medesime condizioni, rispettivamente con la classica chiusura in sughero e con il tappo a vite. In assaggio – lo abbiamo fatto nei giorni di Vinitaly a Verona, nello stand del Gambero Rosso – ci sono bottiglie anche mature, si va indietro fino al 2007. In sala ci sono i produttori, enologi e giornalisti di settore; l’assaggio è rigorosamente alla cieca.
L’articolo e le degustazioni sono disponibili sul mensile Gambero Rosso di giugno in edicola
Il risultato finale è netto: vince il tappo a vite. Alla degustazione hanno preso parte i vignaioli associati nel gruppo degli Svitati: Walter Massa, Mario Pojer, Graziano Prà, Silvio Jermann, Frantz Haas Junior e Sergio Germano. Ecco le 12 bottiglie analizzate alla cieca.
SUGHERO
Colore ancora molto giovane, riflessi verdolini e profilo aromatico ammaliante per questo Riesling Renano, giustamente tra i più celebrati in Italia. 550 metri di quota, vendemmia tardiva: profumi di pesca bianca e camomilla: al palato è pieno e succoso, nel confronto il residuo zucchero (uguale) è percepito in maniera più netta. Finale lungo e disteso.
TAPPO A VITE
Colore molto scarico e brillante, i riflessi sono ancora più verdi rispetto al sughero. I profumi sono nettamente più balsamici e fragranti, con toni di menta ed eucalitpo. La bocca è sferzante, croccante nello sviluppo, dall’acidità più marcata. Ha più fragranza e freschezza, sembra lo stesso vino con tre anni di meno sulle spalle.
SUGHERO
Ci spostiamo su suoli vulcanici in quel di Monteforte d’Alpone (Verona). Il colore è un giallo di buona concentrazione, ancora brillante, i profumi spaziano dalla papaya al mango, con un fondo di zafferano. La bocca è larga, cremosa, la speziatura fine e misurata. Leggera flessione nel finale. «Annata difficile, ma ottima per i bianchi», racconta Graziano.
TAPPO A VITE
La differenza è soprattutto nei riflessi, qui più chiari e lucenti. Il profilo aromatico è più contenuto, con note di frutta esotica alternate a mandorla e biancospino. La bocca ha una freschezza diversa, lo sviluppo è tonico, per un vino che abbina polpa e dinamismo. E, soprattutto, sul finale accelera, lasciando intravedere almeno 10 anni davanti a sé.???????
SUGHERO
La coppia più vicina negli assaggi. L’uvaggio portabandiera (sauvignon, chardonnay, ribolla gialla e saldo di malvasia) dal ‘75 si presenta con un colore ancora integro, profumi ampi e maturi di nocciola, miele e fiori. Alcuni degustatori del panel apprezzano particolarmente il piano tattile, molto cremoso e appagante, per un finale molto lungo e completo.
TAPPO A VITE
Il riflesso è leggermente meno dorato. Altra musica sui profumi, nettamente più erbacei e fragranti, si avverte più nettamente la quota di sauvignon. La bocca ha uno scatto maggiore, ma non manca l’apertura speziata e le note di miele e frutta secca a completarne il profilo. Finale appena più tagliato e verticale, di uguale persistenza.
SUGHERO
Quando i due vini vengono serviti scappa un sorriso. Questo infatti ha un colore orange pieno, con riflessi ambrati poco brillanti. Al naso, i profumi sono quelli di un vino che ha già dato tutto, la mela ossidata, la resina, note cerealicole. «Prima annata della doppia chiusura: il vino della svolta, quasi tutte le bottiglie a sughero sono crollate», nota Mario Pojer.
TAPPO A VITE
Colore giallo luminoso e brillante, non sembra nemmeno parente dello stesso vino tappato classicamente. I profumi ricordano la scorza del limone, l’erba appena tagliata, la foglia di pomodoro. La bocca ha un ingresso sferzante per poi svilupparsi su toni più ampi e cremosi. Ha doti di armonia, ricchezza e profondità: ottima tenuta.
SUGHERO
Su entrambe i vini campeggia l’etichetta artistica di Riccardo Schweizer, ma il liquido all’interno è molto diverso. Più che sul colore, insistono su due registri differenti. Profumi maturi di ciliegia matura, sottobosco e liquirizia; la bocca è ricca, vellutata, con una trama tannica piuttosto fitta e una leggera sensazione alcolica sul finale.
TAPPO A VITE
Nitido il respiro di ciliegia e viola, per un profilo aromatico molto più giovane e fragrante. Ma ciò che colpisce è la diversa sensazione sul palato dove il vino si sviluppa in maniera più netta e profonda, distendendosi gentilmente su toni fruttati e floreali, con un vivido ricordo balsamico. La percezione tannica è totalmente diversa.
SUGHERO
Sulla Barbera di Walter il panel per la prima volta non è unanime. Anche se la maggioranza è concorde nel ritenere quello chiuso a vite più fragrante e interessante. Ma qui nel bicchiere c’è un filo di volatile e leggerissimo brett che dona una certa imprevedibilità alle note terrose e fruttate: meno equilibrato ma affascinante e goloso.
TAPPO A VITE
Colore sempre concentrato ma riflessi più vividi. I profumi ricordano la ciliegia, il sottobosco e a liquirizia. La bocca è dinamica, il frutto croccante, per una pulizia gustativa più precisa e lineare. Tenendo conto di tutti i punteggi sarebbe un pareggio, ma vogliamo concedere al sughero almeno la gloria del gol della bandiera.???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????
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