“La nostra è una famiglia che opera nel mondo agricolo da ben quattro generazioni, e la quinta si sta già affacciando sulle attività dell’azienda…”. A parlare è Davide Luisa, agronomo e proprietario insieme al fratello Michele, enologo, dell’azienda vinicola che porta il nome della sua famiglia, Tenuta Luisa di Mariano del Friuli, a pochi chilometri dal confine con la Slovenia.
La famiglia Luisa
“Fino ai primi anni ’60 si praticava un’agricoltura di sussistenza – continua Davide – succede che nei primi anni ’80 nostro padre Eddi, a soli 44 anni, viene colpito da una grave malattia cardiaca che lo costringe a diminuire il carico di lavoro. Mio fratello Michele frequentava l’ultimo anno di Enologia e io ero al primo anno di Agraria. Abbiamo dovuto prendere delle decisioni importanti in quel periodo, inizialmente eliminando tutto il campo zootecnico, poi quello cerealicolo”.
Così, sul finire del decennio, i due fratelli iniziano a disegnare il nuovo progetto della cantina. “Avevamo un obiettivo: puntare alla qualità dei vini, per questo avevamo bisogno di una cantina sia tecnica che d’immagine che li valorizzasse. Ricordo che al tempo, quando si faceva la vendemmia, gli agricoltori facevano a gara tra chi produceva più uva per vigneto: dopo pochi anni il metodo e la filosofia di lavorazione cambiarono drasticamente e decidemmo di ridurre sostanzialmente il numero di gemme per pianta con un conseguente calo di resa per ceppo, proprio al fine di perseguire la qualità a scapito della quantità”.
Oggi Tenuta Luisa può contare su 170 ettari, di cui 110 vitati: “Abbiamo iniziato con cinque ettari di proprietà di nostro nonno Delciso; i vigneti che abbiamo acquisito nel tempo sono stati tutti selezionati, scelti e acquistati dalla famiglia per le caratteristiche che offrivano”. Ma su che tipo di suoli vengono coltivati questi vigneti? “Ci riteniamo particolarmente fortunati perché si trovano in un fazzoletto di terra che fa da congiunzione tra la Doc Collio e la Doc Isonzo del Friuli. Il substrato si è formato nei millenni grazie al percorso del fiume Isonzo, che poi si è spostato di qualche chilometro verso sud. Il risultato è un substrato di ponca (marna e arenaria, ndr) e argille molto ricco di minerali”.
Tra le linee dell’azienda ce n’è una che si chiama I ferretti. Il nome deriva dalla conformazione geologica del terreno ricco di idrati di ferro
È qui che Davide coltiva i classici vitigni della tradizione friulana dando vita a una gamma molto articolata. “Abbiamo una lunga tradizione che ci fa emergere, in Italia e nel mondo, per l’eleganza e la longevità dei nostri vini: sono caratteristiche su cui puntiamo molto in azienda. Le mode passano, la tradizione non si dimentica”.
Tradizione sì, ma l’ambiente? Oggi la sostenibilità è un tema centrale in agricoltura… “Da anni pratichiamo la lotta integrata per salvaguardare il più possibile l’ambiente. Siamo molto attenti a utilizzare minime quantità di fitofarmaci grazie all’utilizzo di macchine irroratrici che ci permettono di operare con dosi più che dimezzate rispetto alla norma. Abbiamo limitato al minimo l’uso di diserbanti, grazie a falciatrici di nuova generazione che riescono a lavorare anche nel sottofila. Da quest’anno inoltre su metà della superficie vitata adotteremo la tecnica della confusione sessuale: si tratta di piccoli spaghi imbevuti di feromoni che aiutano a tenere lontano insetti dannosi senza trattamenti. Infine abbiamo eliminato quasi del tutto i concimi chimici: con lo sfalcio delle erbe spontanee creiamo un compost organico fondamentale per la vite”.
I consumatori e gli appassionati di vino sono sempre più curiosi di sapere cosa c’è dietro al bicchiere e si trasformano sempre più spesso in enoturisti. “Per questo abbiamo deciso di accompagnarli in un percorso di scoperta e di esperienza emozionale: qui si può pernottare in mezzo alle vigne, visitare la cantina e passeggiare tra i filari e, ovviamente, degustare vino. Abbiamo ristrutturato la vecchia cantina e ne abbiamo ricavato un piccolo borgo con 7 appartamenti e 4 camere. Stiamo progettando un ampliamento del resort proprio per creare un vero e proprio borghetto rurale con tutti i comfort. Inoltre – spiega Davide Luisa – abbiamo acquisito un edificio storico ad Aiello del Friuli che è stato di proprietà dei Conti Strassoldo. L’idea è di dare un contributo al prestigio del Friuli organizzando eventi enogastronomici in una luogo storico che valorizzi la cultura del territorio”.
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