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Rosati: troppi vini per pochi consumatori

Nonostante il calo subito nel biennio 2020-2021, oggi una bottiglia di vino su 10 consumata è rosa: Francia, Germania e Usa sono sul podio. L'Italia cresce ed è terzo esportatore. Intanto, si affacciano i “nuovi produttori”. Gli ultimi dati dell'Osservatorio mondiale Civp e FranceAgrimer

  • 14 Luglio, 2023

C’era attesa per capire lo stato di salute globale dei rosati nel periodo pandemico, ma anche per analizzare l’andamento della categoria sul lungo periodo. Dopo un anno di pausa, l’Osservatorio mondiale dei rosé ha diffuso i dati del 2021, anno parzialmente condizionato dalla crisi Covid. In sintesi, il quadro è quello di un consumo in generale flessione, con spiragli di incremento in specifici mercati, una produzione che prosegue ad aumentare, scambi internazionali che restano vivaci, con oltre il 50% della produzione che attraversa una frontiera e con l’Italia che vede migliorare alcuni parametri. In linea generale, i rosati, secondo gli analisti del Civp (Consorzio interprofessionale dei vini di Provenza assieme a FranceAgrimer), seppure in un quadro altalenante tra le difficoltà di due anni complicati come il 2020 e 2021 sono stati un “valido ammortizzatore, una sorta di cuscinetto per le aziende alle prese con la crisi dei vini fermi”.

Vini rosati: rimbalzo della produzione 

Sono 23 i milioni di ettolitri di rosé prodotti nel 2020, un livello che, dopo il calo del 2019, è molto vicino alla produzione record del 2018 considerato eccezionale (23,15 mln/hl). L’annata, di fatto, ha evidenziato un rimbalzo nelle quantità. La Francia, in particolare, si conferma il primo produttore mondiale della tipologia, rappresenta il 35% dei volumi di rosato, seguita da Spagna (20%), Stati Uniti (10%), Italia (9%) e Sud Africa (4%). Considerando il lungo periodo, in dieci anni, i rosati registrano una progressione. Il 2011 aveva fatto segnare quantitativi di poco superiori ai 18 milioni di ettolitri, con il minimo storico nel 2012, intorno ai 17 mln/hl. La Francia ha consolidato e migliorato il ruolo da leader, con oltre un terzo delle quote e, assieme alla Spagna, rappresenta oltre metà del totale. Gli Stati Uniti, al terzo gradino del podio, hanno registrato un trend calante mentre, al contrario, l’Italia incrementa i volumi sul lungo periodo. Dopo il Sud Africa (4%), sono presenti in classifica Germania, Cile, Portogallo, Romania e Australia, con percentuali tra il 3% e l’1 per cento. Infine, è interessante rilevare come un nuovo gruppo di Paesi si sia affermato tra i nuovi produttori di rosé. Si tratta di Cile e Nuova Zelanda nell’emisfero sud del mondo e di Romania, Bulgaria e Ungheria nell’Est Europa.

 

Principali produttori di vini rosé (2020)

  1. Francia 35%
  2. Spagna 20%
  3. Stati Uniti 10%
  4. Italia 9%
  5. Sud Africa 4%
  6. Germania 3%
  7. Cile 2%
  8. Portogallo 1%
  9. Romania 1%
  10. Australia 1%

fonte: Osservatorio mondiale dei rosé

Consumi di vini rosati in calo a 2,58 miliardi di bottiglie 

Il 2020 e il 2021 sono gli anni in cui l’effetto della pandemia da Covid-19 e la conseguente chiusura del canale Horeca hanno impattato sui mercati mondiali e, pertanto, anche per i rosati si è registrato un calo dei consumi. I 19,4 mln di ettolitri del 2021 (all’interno del comparto dei vini fermi), equivalenti a 2,58 miliardi di bottiglie, resi noti dall’Osservatorio mondiale dei rosé, rappresentano il secondo segno meno consecutivo dopo il record di un 2019 molto vicino ai 20 mln/hl.

 

 

L’articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 13 luglio 2023 – Gambero Rosso

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