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Costruisce una città del vino nel pieno della guerra con l'Ucraina: ecco l'ultima mossa di Putin

Il leader russo espande il suo impero nel settore vinicolo con un ambizioso progetto sul Mar Nero, mentre gli scontri con l’Ucraina continuano ad avanzare

  • 23 Agosto, 2024

Mentre la Russia di Vladimir Putin continua a essere protagonista della scena internazionale per la sua invasione dell’Ucraina, il leader sembra non perdere di vista un altro obiettivo: l’industria del vino. Dopo l’aumento delle accise e dei dazi sull’import di vino per i Paesi percepiti ostili (tra cui Stati Uniti e Ue), un progetto colossale sta prendendo forma a Gelendzhik, una città turistica affacciata sul Mar Nero, dove è in costruzione la Città del Vino, un complesso che promette di diventare uno dei più grandi e lussuosi al mondo. Questa ambiziosa iniziativa comprende una vasta enoteca, musei interattivi, sale di degustazione, una scuola per sommelier e persino una spiaggia privata. Mentre Putin si dedica alla costruzione di questo impero vinicolo e continua a investire in progetti faraonici, il suo paese combatte una guerra che ha già causato migliaia di morti e milioni di sfollati.

Il progetto

Situata a Gelendzhik, sul Mar Nero, la Città del Vino si preannuncia come un autentico sfoggio di lusso e opulenza, dotata della più grande enoteca della Russia, un museo interattivo, sale di degustazione e una scuola per aspiranti sommelier e viticoltori. Il progetto è stato affidato a Velesstroy, azienda leader russa in campo di costruzioni. Questo complesso è solo l’ultimo di una serie di investimenti faraonici nella regione, che include anche il famigerato palazzo di Putin, un’imponente residenza di stile italianeggiante che ha già suscitato non poche polemiche. La scelta di Gelendzhik per questo nuovo progetto vinicolo infatti non è casuale: il tanto chiacchierato palazzo di Putin da di 1,4 miliardi di dollari, include una residenza principale di oltre 17mila metri quadrati, un eliporto, una pista di pattinaggio su ghiaccio, una chiesa, e naturalmente, una cantina. Questo palazzo, circondato da una no-fly zone, ha già destato scalpore per il suo costo e la sua sfarzosità, ma ora è al centro di un’altra controversia: la costruzione di due nuove cantine vinicole, una in stile italiano e l’altra in stile francese, per le quali sono stati chiamati consulenti internazionali. Secondo stime riportate da The Insider, il valore complessivo di queste cantine si aggira intorno ai 176 milioni di dollari.

Vino e politica

Diversamente da altri leader mondiali, come il presidente americano Joe Biden o l’ex premier britannico Rishi Sunak – che sono noti per essere astemi – Putin ha più volte manifestato il suo apprezzamento per i vini pregiati , proprio come Kamala Harris che ha più volte espresso il suo amore per lo Zifandel californiano.

Già nel 2013 si parlava di un vino ad hoc prodotto per il Cremlino da un monastero greco-ortodosso (70% Cabernet Suavignon e 30% di Limnio, una varietà a bacca rossa autoctona greca), un vino di struttura, in linea con i gusti del presidente russo. Forbes sottolinea anche che Putin possiede una collezione di vini in una delle più grandi cantine sotterranee al mondo, situata a Cricova, in Moldavia. Questa cantina, costruita durante l’era staliniana, ospita tunnel così vasti da avere segnali stradali e semafori e attira visite anche di grandi leader, tra cui Angela Merkel e lo stesso Joe Biden. Con la guerra in Ucraina ancora in corso e il crescente isolamento della Russia sul piano diplomatico, la Città del Vino potrebbe diventare un nuovo simbolo di un’era di eccessi e contrasti. Anche parecchio drammatici.

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