Lettera degli avvocati di Jannik Sinner al Comune di Manduria con due messaggi chiari: vietato utilizzare i diritti di immagine del campione e niente causa civile per quanto accaduto. Emerge un nuovo dettaglio nella vicenda del Rosso Jannik, vino etichettato come Primitivo di Manduria Doc e donato per Natale dall’amministrazione comunale al tennista altoatesino e numero uno del mondo della classifica Atp. L’avvocato del campione, come riportato dai quotidiani locali tra cui La voce di Manduria e il Corriere del Mezzogiorno, ha inviato una lettera ufficiale, datata 9 gennaio, all’amministrazione comunale sottolineando l’intenzione di non voler procedere legalmente a difesa dei diritti di immagine del suo assistito, né della proprietà intellettuale, in quanto consapevole della buona fede dell’iniziativa degli amministratori, tra cui l’assessore alle Attività produttive e agricoltura, Mauro Baldari (titolare della Vineria Baldari a Manduria), che aveva imbottigliato, etichettato e fatto recapitare in Alto Adige le 73 bottiglie di vino (tante quante le vittorie di Sinner sul campo nel corso del 2024).
La lettera dei legali è arrivata – secondo quanto riferiscono i quotidiani locali – dopo la dura presa di posizione del Consorzio di tutela Vini di Manduria. Quindi in piena bagarre mediatica. Il Consorzio aveva sottolineato (e poi ribadito con il presidente Novella Pastorelli) come senza la fascetta di Stato obbligatoria sul collo della bottiglia quei vini non potessero essere etichettati come Doc Primitivo di Manduria. Il caso (che ha coinvolto anche l’Icqrf, il quale ha emesso una sanzione per irregolarità amministrativa) aveva sollevato, come noto, un polverone politico sul fronte interno con richiesta di scuse e dimissioni dell’assessore Baldari da parte del consigliere di opposizione Domenico Sammarco. L’esponente del gruppo Progressisti Manduria aveva parlato proprio di rischi per l’ente pubblico derivanti dall’uso non autorizzato del nome di Jannik Sinner.
E, infatti, puntuale è arrivato il richiamo dello staff legale del campione di Sesto Pusteria. Un atto ufficiale che è stato un ammonimento e, per fortuna, anche come un atto di perdono.
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