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"Il Primitivo di Manduria regalato a Sinner è un falso". Il Consorzio fa chiarezza sulla bottiglia priva di contrassegno

L'ente di tutela pugliese prende posizione dopo le polemiche sull'assenza delle fascette di Stato. La presidente Pastorelli: "Grave e ingente danno d'immagine"

  • 14 Gennaio, 2025

Le 73 bottiglie etichettate come “Rosso Jannik” non sono Primitivo di Manduria Doc. Dopo giorni di discussioni sul vino donato dal Comune di Manduria al sindaco di Sesto Pusteria, paese di origine del tennista altoatesino, Jannik Sinner, numero uno del ranking Atp, il Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria è intervenuto per fare chiarezza su una vicenda che da omaggio per le altrettante vittorie sul campo (73 nel 2024) si è trasformata in polemica politica.

Una settimana fa, dopo le osservazioni critiche avanzate alla giunta Pecoraro dal gruppo dei Progressisti di Manduria sull’autenticità del prodotto, senza fascette di Stato e con la dicitura “Doc” (imbottigliato da Vinerie Baldari, azienda non socia, che fa capo all’assessore comunale all’Agricoltura), il Consorzio aveva annunciato l’avvio di un approfondimento tramite i propri agenti vigilatori. Le norme vigenti, infatti, prevedono l’obbligo dell’apposizione della fascetta di Stato sulle bottiglie di Primitivo di Manduria, come «condizione indispensabile per garantire l’autenticità e la tracciabilità dei vini Doc e Docg». E, quindi, per poterlo scrivere in etichetta.

Possibile uso fraudolento della Doc

Finalmente, è arrivata la presa di posizione ufficiale dell’ente, che opera in regime di erga omnes, ed è quindi autorizzato a segnalare possibili utilizzi illeciti del nome. «Appare chiaro – recita la nota – che il Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria non può considerare e riconoscere come autentiche le bottiglie di vino regalate al campione di tennis Jannik Sinner, perché sprovviste del contrassegno di Stato». Non solo: l’ente presieduto da Novella Pastorelli, ha annunciato di aver segnalato «a tutte le autorità competenti per materia un possibile uso fraudolento del nome della Denominazione», e ha parlato di «grave e ingente danno all’immagine del Consorzio e delle tre filiere che si prodigano per produrlo e commercializzarlo». Il Consorzio ha invitato tutti gli operatori del settore vitivinicolo a «non perseguire pratiche sleali e scorrette».

Un vero Primitivo Doc e Docg per Sinner

La stessa presidente Pastorelli (avvocato di professione) ha ricordato che la fascetta di Stato è stata introdotta proprio a tutela della denominazione ed è un elemento che garantisce l’autenticità del vino e lo protegge da contraffazioni. Il contrassegno contiene l’emblema dello Stato italiano e la dicitura Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, la sigla Doc che identifica la denominazione; un numero progressivo unico e una serie alfanumerica che rendono ogni bottiglia tracciabile; un codice a barre con informazioni per la tracciabilità; in alcuni casi, anche il nome della denominazione o il logo ufficiale. La fascetta prevede le frodi ed è registrata nei registri di cantina per garantire la tracciabilità. Ed è l’Icqrf a verificare che siano correttamente applicate. Insomma, per chiudere la questione, il Consorzio ha annunciato di voler far recapitare al campione italiano del vero vino Doc: «Ci siamo attivati affinché Jannik possa avere l’autentico Primitivo di Manduria Doc e Docg».

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