Sotto il marchio Resistenti-Nicola Biasi si riunisce una rete di imprese di diversi territori che vanno dal Friuli al Veneto, passando per il Trentino. Nato alla fine del 2021, obiettivo primario del progetto è evidenziare le potenzialità delle varietà di uva resistenti e produrre ottimi vini territoriali sotto il segno di una produzione sostenibile. «I vitigni da varietà resistente devono far parte del futuro. Non dico che non ci saranno più Barolo o Brunello di Montalcino, ma l’utilizzo delle nuove varietà è una soluzione sostenibile concreta», dice Nicola Biasi, enologo, che vede nei Piwi un’opportunità e un percorso necessario da intraprendere per garantire il domani alla viticoltura.
I filari in montagna di Vigneti Vinessa, in Veneto, parte del progetto Resistenti-Nicola Biasi
Sono i dati rilevati a raccontare i benefici che derivano dalla coltivazione dei vitigni Piwi (nome che deriva dal tedesco pilzwiderstandfähig, letteralmente “viti resistenti ai funghi”) e la differenza che possono fare a livello ecologico. Ed è il tratto della “resistenza” la chiave di volta che porta al beneficio in termini economici e ambientali. «Cosa vuol dire in concreto? Che, per esempio, invece di 20 trattamenti ne serviranno 4 – afferma Biasi – Questa caratteristica porta a una riduzione significativa dell’impronta carbonica e dell’utilizzo di sostanze chimiche». Ecco cosa lega queste varietà al concetto di sostenibilità.
La rete dei Resistenti. Nicola Biasi è il primo da sinistra
Una prospettiva che si rivolge al futuro. «Un futuro che, con il cambiamento climatico in atto, ci porta o a spostare i vigneti sempre più in alto o a cambiare vitigno. E i “resistenti” sono molto funzionali e rispettosi dell’ambiente». La sostenibilità, però, «deve essere la ciliegina sulla torta: coltivare una varietà resistente deve portare a realizzare un ottimo vino territoriale. Che sia anche sostenibile. Qualità e territorio devono essere imprescindibili nella produzione di un vino».
Il Vin de la Neu 2022 è il primo passo di Nicola Biasi nel mondo dei vitigni resistenti e nasce sulle Dolomiti trentine. Il nome ci riporta a una vigna coltivata a mille metri d’altezza con il vitigno piwi Johanniter. Offre un profilo aromatico sfaccettato di rosmarino, glicine, eucalipto ed erbette di montagna che – insieme a un palato intenso, grintoso, dall’acidità tagliente e a un finale sapido e aromatico – mette in evidenza le potenzialità di queste varietà.
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