«Assurdo». Non usa mezzi termini il presidente del Consorzio Tutela Morellino di Scansano Docg, Bernardo Guicciardini Calamai sul progetto del parco eolico che verrebbe costruito a cavallo dei comuni di Scansano e Magliano, nella provincia di Grosseto. Una posizione condivisa non solo dal Consorzio, ma anche da un coro di voci tra cui il sindaco di Grosseto e Scansano, Antonfrancesco Vivarelli Colonna e Maria Bice Ginesi. Non è la prima volta che nelle aree vitate della Maremma gli enti di tutela dei vini alzano la voce nei confronti di progetti analoghi: è accaduto in Val di Cornia l’estate scorsa e, nel 2023, nel Montecucco.
«Voglio precisare che noi siamo una denominazione “green” e siamo a favore delle energie rinnovabili, ma una mossa fatta in questo modo è assurda» dice Calamai. «Un impianto che prevede l’installazione di 11 pale che arrivano ai 200 metri di altezza e un impianto elettrico di 45 chilometri avrebbe un impatto devastante a livello paesaggistico, economico e ambientale».
Quali sono i rischi di questo progetto per la denominazione?
La nostra è una zona incontaminata che vive anche di viticoltura ed enoturismo. Con questo progetto subirebbe danni enormi a livello ambientale. Per la sua realizzazione arriverebbero camion enormi e le strade verrebbero stravolte, allargate, oltre a ciò ci sarebbe un rimodellamento paesaggistico vero e proprio di questa parte di Maremma che per noi è un patrimonio.
L’enoturismo verrebbe ad essere intaccato anche dal fatto che con l’installazione delle pale eoliche ci sarebbe un aumento dell’inquinamento acustico. Sono infatti installazioni che fanno parecchio rumore. Un danno per tutte le aziende che hanno strutture ricettive. Ma il problema non sono solo le pale, quanto i danni economici che ne derivano.
Parla di possibili danni a terreni vitati?
Sicuramente. Andrebbero ad essere coinvolti vigneti, vecchi e nuovi. La creazione di infrastrutture e un impianto elettrico di 45 chilometri, attraverserebbe il cuore della denominazione tagliandola in due, da Orbetello a Grosseto. A questo va aggiunto che intaccherebbe il valore fondiario delle aziende stesse, che per via degli impianti delle pale eoliche verrebbe quasi azzerato. In più sarebbero previsti degli espropri con un rimborso bassissimo.
A quanto ammonterebbe il rimborso?
Si parla di circa 3mila euro ad ettaro, praticamente un centesimo del loro valore. Ripeto, è davvero tutto assurdo. I proprietari perderebbero tutto così. Ed è ancora più illogico perché esiste una zona più “vocata” nei dintorni.
Cioè?
Esiste già il parco eolico a Poggi Alti, in una zona ventilata e collinare, per cui non si riesce a capire perché realizzare questo progetto dove di vento ce n’è pochissimo. Per esempio, uno di questi impianti verrebbe realizzato nel territorio della nostra azienda, a fondo valle. Detto questo abbiamo fatto altre battaglie, non tanto contro le energie rinnovabili, ma con queste pianificazioni indiscriminate.
Di quale progetto si trattava?
Nel 2023 abbiamo partecipato a una battaglia contro lo sviluppo di 4 pozzi geotermici alla profondità di 3,5 km e siamo riusciti a fermare il progetto, ma ora siamo di fronte a nuova minaccia.
Come vi muoverete a stretto giro?
Ad oggi, siamo in allarme generale essendo tutti coinvolti. Le associazioni, i comuni, la Regione, tutti hanno dato un parere negativo, e insieme a loro il Consorzio, che tutela una denominazione che copre 1500 ettari vitati e una produzione annua di 10 milioni di bottiglie, ha fatto ricorso, sottolineando tutte le osservazioni che le ho spiegato. Ci aspettiamo dal ministero una valutazione obiettiva.
<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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