Era il 1870 quando in Lorena cominciavano a emergere le prime bollicine: prodotti per il mercato tedesco, i mousseux iniziarono a guadagnare notorietà. Poi le guerre, l’annessione alla Germania e la ricostruzione. Ma il legame tra la regione e la viticoltura non è mai stato interrotto. Oggi, dopo decenni di travagliato sviluppo, la Lorena può finalmente vantare una nuova denominazione: l’Igp Lorraine, che prevedrà solo vini metodo classico bianchi (75% della produzione), rosati (20%) e rossi (5%), in linea con le tendenze degli ultimi anni. Ad oggi l’Ipg conta appena 51 ettari, 44 produttori, 2 négociants e 1 cantina sociale.
La regione storica del nord-est della Francia, tra la Champagne e l’Alsazia si estende su 23.500 km² e comprende i dipartimenti della Meurthe-et-Moselle, della Moselle e della Meuse. Un’area di confine con Lussemburgo, che ha visto la vite prosperare fin dall’epoca gallo-romana, e che con la sua storia travagliata ha conosciuto vicende che ne hanno segnato la viticoltura. Nel XIX secolo, l’annessione della regione alla Germania favorì la nascita di una tradizione di spumantizzazione, grazie all’influenza della Champagne vicina. Tuttavia, la Seconda Guerra Mondiale e le guerre successive danneggiarono gravemente l’industria vinicola riducendo i vigneti da 15mila a meno di mille ettari. Dal 1960 al 2015, la Lorena ha formato una propria regione con capitale a Metz. A partire dal 2016, nell’ambito delle fusioni regionali, è stata formata la regione del Grand Est, con capitale Strasburgo, che comprende l’Alsazia, la Lorena e la Champagne-Ardenne. Oggi la regione, che conta circa 145 ettari vitati, può finalmente vedere la luce con una nuova Igp dedicata ai suoi vini spumanti, che si presentano nelle tipologie bianca, rosé e rossa, prodotti con metodo classico.
Sono 51 gli ettari vitati dedicati all’Igp Lorraine, la realtà produttiva della regione è ancora contenuta, ma promette una rapida espansione. Attualmente sono 44 i produttori, 2 négociants e 1 cantina sociale che contribuiscono alla produzione di questi spumanti. Nonostante la piccola dimensione, la denominazione ha già mostrato segnali di grande potenziale, con un focus sulla qualità e un’alta percentuale di viticoltura biologica che raggiunge il 75 per cento dell’intera superficie vitata. Un dato che rende la Lorena una delle regioni con il tasso di biologico più alto in Francia. I vitigni ammessi nel disciplinare della Igp sono in totale 17. Le uve bianche consentite includono chardonnay, pinot bianco, riesling, aubin, auxerrois, müller-thurgau, johanniter, muscaris e solaris. Le uve rosse consentite invece includono pinot noir, gamay, meunier, cabernet cortis, gamaret e pinotin. Altri vitigni ammessi sono il pinot Grigio e il souvignier gris, e l’unica condizione è che il riesling non possa costituire più del 30 per cento del prodotto finale. I vini, inoltre, devono essere prodotti utilizzando il metodo tradizionale di spumantizzazione (ovvero la seconda fermentazione avviene nella stessa bottiglia in cui verrà venduto) e richiedono un minimo di 9 mesi di invecchiamento sui lieviti.
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