
L’eredità culturale di Luigi Veronelli, considerato il padre dell’enogastronomia italiana, torna a vivere a Bariano, all’ex convento dei Neveri, in provincia di Bergamo. Il patrimonio del grande giornalista e scrittore, scomparso nel 2004, è ospitato da ora in uno spazio permanente che vuole essere un’esperienza conoscitiva, evocativa e sensoriale allo stesso tempo. Il suo metodo e il suo approccio meticoloso, in un lavoro che lo ha coinvolto intensamente e accompagnato per ben 50 anni (lui che per piacere a suo papà si iscrisse da giovane a ingegneria ma poi ripiegò su filosofia, iniziando così la sua carriera), rivive ne «il Veronelli», contesto archeologico e artistico suddiviso in 6 ambienti visitabili su due piani, nell’ala ottocentesca collegata all’ex convento, restaurato a partire dai primi anni Duemila.
Il percorso espositivo è composto da un archivio, che comprende una selezione ragionata di materiali (documenti cartacei e digitali), per conoscere l’approccio e il metodo; la biblioteca con circa 6.500 volumi a tema cucina, vino, distillati, civiltà contadina; la riproduzione del suo studio; la ricostruzione della cantina, conforme all’originaria della sua casa a Bergamo alta, con circa 12mila bottiglie; la sala assaggi (per «ascoltare i vini») che contiene anche gli scritti di Veronelli sulla degustazione e la celebre fotografia realizzata da Toni Thorimbert. Nel percorso è compresa anche una caffetteria coi disegni realizzati per Alessi, i pannelli con nomi e menu dei ristoranti del campionato gastronomico lombardo, ideato con il giornalista e amico Gianni Brera, negli anni ’60, e infine le ricette di alcuni suoi cocktail.
«Il Veronelli nasce per continuare la sistemazione organica dei suoi materiali (iniziata nel 2010), per far conoscere il suo pensiero, per mantenerne viva la memoria. Si propone – spiega Gian Arturo Rota, responsabile de Il Veronelli – d’essere sia un luogo dinamico, animato da eventi (propri e, per chi vuole, di soggetti terzi esterni) sia aperto alle persone (studenti, studiosi, operatori, appassionati) interessate ad approfondire la conoscenza del celebre giornalista-scrittore e, attraverso lui, della cultura enogastronomica e materiale italiana». «Quello di Luigi Veronelli . racconta Angela Maculan, presidente del Seminario permanente Luigi Veronelli – è un messaggio di estrema attualità ancora oggi: parlava di terra, sapere, competenze, collaborazione, educazione ad un consumo consapevole. Parlava di futuro. È stato, sopra ogni cosa, un innovatore e un precursore. Il suo enorme lavoro al fianco di produttori e ristoratori, e la sua opera di divulgazione e sensibilizzazione delle persone, hanno contribuito a far diventare il vino e, più in generale, le produzioni agroalimentari e la cucina italiana di qualità, apprezzate in tutto il mondo, come oggi le conosciamo».
<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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