Edizione da record, questa, per numeri e per qualità dei vini premiati. Oltre la felice coincidenza di buone annate che, come la 2015 e la 2016, hanno dato ottimi risultati ovunque, c’è da dire che i vignaioli toscani hanno dato prova in questi ultimi due decenni di straordinaria sensibilità verso i territori delle loro denominazioni, che siano classiche o emergenti. In tutta la regione c’è entusiasmo, suffragato dai positivi dati di mercato, italiano ed export, che come un lievito innesca processi sempre più generalizzati di crescita, qualitativa e di numero di aziende.
Crescono e si consolidano le aziende grandi, come Antinori e Frescobaldi, e si delineano sempre più nitidamente investimenti importanti nella regione di grandi gruppi anche internazionali che non vogliono prescindere dalla Toscana. È il caso della Constellation Brands con Ruffino, della Bulgheroni Family Vineyards, della Kendall Jackson con Arceno e Arcanum, del gruppo francese Epi con Biondi Santi, la famiglia Saverys con Avignonesi, per citarne solo alcuni. E molti altri sono alle porte, senza contare quanti altri gruppi italiani, come Gaja, Masi, Bertani Domains, Zonin, le Agricole Beretta, la famiglia Paladin o Livon non si fanno mancare aziende nei terroir emergenti o più classici della Toscana.
Sono segnali positivi, che testimoniano la centralità del vigneto toscano nello scacchiere enologico italiano, sempre più allineato ai grandi distretti vinicoli dell’enologia globale come Bordeaux e California. E se una volta erano Chianti Classico, Montalcino e Bolgheri a tirare la volata, negli ultimi anni abbiamo visto emergere la Maremma, Montecucco, Cortona, per non parlare dei rilievi appenninici che ora iniziano ad ospitare vigne di pinot nero…
Salutiamo le aziende che ottengono per la prima volta il nostro massimo riconoscimento, i Tre Bicchieri: sono Maurizio Alongi, Badia di Morrona, Il Borro, I Fabbri, Pianirossi, Tenute Piccini, Tenuta Podernovo, Podere Le Ripi, Valle Picciola.
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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