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Le 11 migliori etichette di Friulano (già Tocai) che costano meno di 20 euro premiate da Gambero Rosso

Tra i vini del Friuli Venezia Giulia che abbiamo premiato sulla guida Berebene 2024 per l'ottimo rapporto qualità-prezzo, ci sono anche alcuni Friulano. Ecco quali sono

  • 17 Gennaio, 2024

Ve lo ricordate il tocai? Si trattava di una delle bandiere enologiche del Friuli Venezia Giulia, un bianco coltivato nel territorio praticamente da sempre. Perché parliamo al passato? È forse scomparso? Certo che no, ma dal 2008 il vitigno e il vino a cui dà vita non si può più chiamare così.

Le motivazioni sono piuttosto conosciute ma vale la pena rinfrescare la memoria. Quando nel 2004 l‘Ungheria è entrata a far parte dell’Unione Europea si costituì un problema relativo a una delle denominazioni vinicole più importanti di quel Paese riguardante la forte omofonia tra Tokaji, uno dei più famosi e prestigiosi vini dolci del mondo, prodotto nella regione ungherese Tokaj-Hegyalja (da cui il nome del vino) e il tocai, il vitigno coltivato in Friuli Venezia Giulia. Visto che l’Unione Europea tutela le appellazioni geografiche, i viticoltori friulani (ma anche quelli veneti e alcuni lombardi) furono costretti a cancellare il nome “tocai” da tutte le loro bottiglie. Ma c’è qualche altra analogia, oltre a quella del suono, che lega Tokaji e tocai? No, nessuna. Come già accennato il primo è un vino dolce che si ottiene da furmint, hárslevelü e muscat lunel, il secondo è un vino bianco secco le cui radici genetiche nulla hanno a che fare con i vitigni utilizzati in Ungheria.

I Friulano con il migliore rapporto qualità-prezzo per la guida Berebene 2024

Quindi, quello che una volta era conosciuto come tocai oggi è chiamato friulano (mentre in Veneto si è optato per il nome tai, e in Lombardia per tuchì), un’uva che dal punto di vista genetico coincide con il sauvignonasse, vitigno precedentemente coltivato in Francia, soprattutto nella zona di Bordeaux e oggi quasi del tutto scomparso dalla tavolozza ampelografica d’Oltralpe. Il cambio di nome avrà tolto qualcosa alla storia della tradizione vinicola friulana, ma sicuramente non ha inficiato affatto le prestazioni qualitative cui ci hanno abituato ormai da diversi anni i produttori. La prova la trovate nella lista che segue, etichette recensite nella guida Berebene 2024 di Gambero Rosso che hanno ottenuto una valutazione da 90 centesimi in su e che costano meno di 20 euro.

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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.

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