Gli 8 migliori Sauvignon della Nuova Zelanda scelti dal Gambero Rosso

Il Sauvignon di Marlborough lo ami o lo odi: così intenso, sfacciato, sferzante. Per alcuni è l’essenza di un vino dissetante, altri lo trovano eccessivo. Nel nostro viaggio in Nuova Zelanda abbiamo riscontrato uno stile in evoluzione, il confine stilistico tra Nuovo Mondo e Vecchia Europa sembra sempre più labile. I vini sono meno ‘urlati’ rispetto al passato, più fini ed equilibrati, leggermente meno fruttati. La vera discriminante nel bicchiere la troviamo nella spaccatura tra grandi realtà e piccole cantine. La divisione ce la portiamo indietro ovunque andiamo.

I migliori assaggi

Wild Sauvignon 2020 Greywacke

95/100

Freschezza e vitalità gustativa. Si offre nitido e molto fragrante su toni di menta, basilico e lemongrass, con un tocco di zenzero e un piacevolissimo tratto di lieviti. La bocca ha una progressione di classe, vibrante ma è al contempo piena e succosa. Cremoso, sviluppa una mineralità nettamente superiore alla media. Finale secco e sferzante: che beva!

Saint Maur 2020 Two Rivers

94/100

Single vineyard prezioso dalle Southern Valleys.Fermentazione spontanea, vinificato in cemento, poi anfora di terracotta e quindi ulteriore riposo in bottiglia. Il naso è sfaccettato, finemente aromatico di anice, timo e asparago bianco. Al palato è arioso, fine e cremoso, abbina struttura e un finale lungo e armonico. 2.000 bottiglie prodotte.

Sauvignon Blanc 2022 Dog Point

93/100

Il frutto di sette vigne nella Wairau Valley, una piccola parte fermenta spontaneamente, il vino affina per circa 4mesi in acciaio. Classico il timbro di foglia di pomodoro, basilico e pesca bianca, intenso ma mai pungente. La bocca è armonica, guidata da note agrumate e un finale rilassato di pepe bianco e menta. Bel senso di misura.

Sauvignong Blanc Section 94 2017 Dog Point

92/100

Una parcella piantata nel 1992, vicino alla cantina, fermentazione spontanea e affinamento in barrique francese usate. Naso lento e un po’ chiuso tra toni di nocciola, tè jasmin e paglia. Colpisce la parte tattile del vino, vellutato, che riesce a essere grasso e dinamico insieme, per un sorso d’impatto, più largo che verticale. Chiama carni bianchi o zuppe di pesce elaborate.

Sauvignon Blanc Otira 2022 Clos Henri

92/100

L’ultima glaciazione Otira ha modellato il territorio della Glacial River Stones. Lo stile ha un’impronta nettamente francese come modulazione, e non potrebbe essere altrimenti vista la proprietà (la famiglia Bourgeois). I profumi sono ben modulati, gira intorno a toni di anice, sambuco e pompelmo; al palato si distende bene, in un crescendo di sensazioni balsamiche e vegetali.

Sauvignon Blanc 2022 The Whare Ra

92/100

Tutta la batteria ci ha colpito per piacevolezza e originalità. I Pinot sono stati una vera sorpresa. Vi raccontiamo il Sauvignon ’22, il frutto di vigne nelle due sottozone più note, Renwick nella Wairau River e nella zona alta di Awatere. Partenza sprint di sambuco, uva spina e litchi; si distende bene, intensamente aromatico, ma senza eccessi, per un finale puro e vibrante.

Sauvignon Blanc 2022 Spy Valley

89/100

Convince questo Sauvignon prodotto nella WaihopaiValley. Tratto aromatico di anice, sambuco e melone bianco, il profilo vegetale è declinato in maniera armoniosa, la bocca è succosa e balsamica. Nel finale sprinta tra asparagi selvatici e pepe verde, di buona continuità gustativa.

Sauvignon Blanc 2022 Cloudy Bay

87/100

Il Sauvignon Blanc neozelandese più conosciuto al mondo si apre con un’intensità olfattiva sfacciata, con profumi molto freschi di sambuco, kiwi e foglia di pomodoro. La bocca è decisamente erbacea, segnata dall’acidità e da un finale di marca tropicale, guava, e ancora sambuco. Parte forte, chiude in ritirata: al palato non trova altrettanto sapore e allungo. Tirato in 2,4 milioni di bottiglie.