Le colline di Montefalco, a sud di Perugia, costituiscono sicuramente una delle zone vitvinicole più interessanti del nostro Paese. Come ben noto, il vitigno più diffuso in questa zona è il sagrantino, uva materica che deve essere tenuta a bada nella gestione agronomica e tecnica proprio per cercare di contenerne la spiccata generosità. Ma da ormai qualche tempo il Montefalco Sagrantino deve confrontarsi con versioni sempre più a fuoco e sempre più interessanti di quella che è l’altra denominazione rossista del territorio, il Montefalco Rosso.
Iniziamo subito mettendo le cose in chiaro: tra Montefalco Sagrantino e Montefalco Rosso non c’è un rapporto di tipo gerarchico: il Montefalco Rosso non è assolutamente un “second vin”, un fratello minore del Sagrantino, come si potrebbe erroneamente pensare; si tratta proprio di un altra tipologia e infatti anche il vitigno di riferimento cambia.
I produttori che puntano sul Montefalco Rosso sono stati protagonisti di una concreta presa di coscienza in questi termini. E i risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti. Il Montefalco Rosso (che prevede anche la tipologia Riserva) è di certo confrontabile col Montefalco Sagrantino per quanto riguarda le peculiarità del suolo e del clima in cui nasce, ma non di certo per le varietà utilizzate. Infatti, a essere protagonista è il sangiovese (minimo per il 60%, massimo per l’80) acclimatatosi perfettamente al territorio, accompagnato nel blend dal sagrantino (utilizzato in percentuali massime del 25%). Il risultato? I vini che ne derivano sono deliziosi nelle versioni giovani, d’annata, più fitti ma sempre distesi e di ottimo sviluppo gustativo nelle versioni Riserva.
La piccola lista che vi proponiamo è tratta dallla guida Berebene 2024 di Gambero Rosso. Si tratta di quattro etichette molto buone che troverete in vendita a meno di 20 euro, vini perfetti per entrare in contatto con un’altra espressione del territorio di Montefalco.
Il Montefalco Rosso 2021 di Scacciadiavoli è una delle etichette di punta della cantina. Fondata nel 1884, la cantina è tra le realtà storiche della regione, come ben si intuisce visitando la straordinaria struttura produttiva. Con il passaggio di proprietà alla famiglia Pambuffetti, si è avuta una svolta che ha portato all’impresa una ventata di modernità. Le vigne sono tra i comuni di Montefalco, Gualdo Cattaneo e Giano dell’Umbria. Tra i filari si trovano le varietà della tradizione, a partire dal sagrantino e passando per sangiovese, grechetto e trebbiano spoletino.
Il Montefalco Rosso Attunis 2020 di Benedetti & Grigi presenta complessità olfattiva e perprofondità disorso. Ai profumi boisé si sommano sensazioni di frutto rosso e spezie che anticipano una bocca fitta ma scorrevole e molto fresca. I 70 ettari di proprietà sono suddivisi tra le quattro tenute di proprietà di Umberto Benedetti e Daniele Grigi. La passione condivisa per le terre umbre dell’agronomo e dell’imprenditore hanno portato alla creazione di un ambizioso progetto di produzione vitivinicola. I filari si trovano in diverse aree che differiscono per altitudine e suolo. I vitigni coltivati vanno dagli autoctoni, come il trebbiano spoletino e il sagrantino, a quelle internazionali, come cabernet e merlot, che descrivono una gamma aziendale variegata.
Il Montefalco Rosso Camorata 2019 di Cocco è fine, leggiadro e ben fatto,profuma di mirtilli, ciliegie mature e sfumature speziate acquisite dall’affinamento in botte grande. La bocca è centrata, avvolgente, di buona materia che dona persistenza e profondità al sorso. Anche quest’anno i vini che portano la firma di Ilaria Cocco danno prova di essere autentici e rappresentativi del territorio di Montefalco.
Il Re Migrante di Tenute Baldo è una Riserva di Montefalco Rosso di buona materia e polpa, dai sentori boisè e marasca con un sottofondo di sottobosco.L’azienda è situata nel cuore dell’Umbria, gli ettari vitati si trovano tra le colline della denominazione di Montefalco e Torgiano. La produzione si avvale di un team giovane e appassionato che offre una gamma di etichette moderne, ma fortemente territoriali.
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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