La Sicilia sta esprimendo, e non da ora, uno straordinario dinamismo che l’ha portata ad occupare posizioni di rilievo sul mercato italiano e su quello internazionale. Ma se la grande affermazione di vini siciliani, la “sicilian renaissance” di qualche anno fa era trainata dai rossi, Nero d’Avola in primis, negli ultimi anni abbiamo visto un ritorno in grande stile dei bianchi. Più della metà dei premi, infatti, quest’anno va a bianchi di gran classe, da uve autoctone, complessi, profondi, capaci di evolvere nel tempo, ma anche irresistibili alla beva.
Tra questi il Grillo è uno dei più interessanti. Nato nella seconda metà dell’800 come incrocio tra i due vitigni autoctoni Catarratto e Zibibbo (o Moscato d’Alessandria) per iniziaitva del barone Antonio Mendola, agronomo e ampelografo, per tanto tempo è stato protagonista di vini liquorosi (e oggi continua a essere protagonista della DOC Marsala). Poi si è scoperto che si potevano ottenere anche ottime versioni secche che evidenziano sempre acidità e ricca dolcezza del frutto allo stesso tempo. È un’uva duttile, il grillo, che si presta a essere plasmata dal clima, dai suoli, dalla gestione della vigna e dalle pratiche di cantina. Forse sono proprio queste sue caratteristiche, complesse e un po’ sfuggenti, a fare la base del suo crescente successo fino ad averlo fatto diventare il bianco più interessante dell’attuale panorama del vino siciliano.
Sulla Guida Vini d’Italia 2024 di Gambero Rosso sono due i Grillo che hanno ottenuto i Tre Bicchieri. Il Family and Friends Firraru 2021 di Feudo Maccari offre un bouquet ampio e piacevole che evoca zagara di limone, lavanda, frutta gialla e mandorla; ben spinta dall’acidità, la bocca è fresca e sapida, appagante il finale. L’arrivo in azienda di Alberto e Amedeo Moretti Cuseri ha dato nuovo slancio a questa blasonata cantina siciliana della Val di Noto, non tanto dal punto di vista qualitativo, che è sempre rimasto altissimo, quanto per quello che riguarda i nuovi progetti e il modo di comunicarli. La maison, già certificata biologica, ha ulteriormente investito sulla sostenibilità e, ovviamente, continua sempre a puntare sui vitigni autoctoni dell’area, coltivati ad alberello, come il nero d’Avola e il grillo.
Il Kheirè 2022 di Tenuta Gorghi Tondi è un Grillo in purezza di spiccata freschezza, ricco, elegante e ben affilato, tanto da meritare i Tre Bicchieri. La tenuta, immensa, è adagiata in un bellissimo contesto ambientale e paesaggistico, a pochi passi dal mare, con due affascinanti laghetti, pure Riserva Naturale del WWF, acquisita dalla famiglia Sala alla fine dell’800. Papà Michele ne ha sviluppato i caratteri di sole, natura e bellezza, lasciando infine alle operose figlie Annamaria e Clara, affiancate da mamma Doretta, il compito di continuarne l’opera nel segno della bontà dei vini, della loro bevibilità, del nitido elegante carattere.
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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