Cercare paragoni è il passatempo preferito di chi degusta. L’operazione è di per sé virtuosa e comprensibile: tutto ciò che sentiamo in un vino è pura immaginazione, ricostruzione. Senza scomodare i sentori più o meno fantasiosi del lessico enologico, dove le fragoline sono sempre di bosco e la rosa squisitamente canina, a sorprenderci è una certa passione esterofila. Denota un complesso d’inferiorità verso i cugini francesi, in taluni casi teutonici.
Immaginiamo di avere nel bicchiere un Franciacorta che ci sorprende per bontà, piacevolezza, complessità, dalle fragranti sensazioni di lieviti. Al 98,87% l’autorevole Critico 1 esclamerà: «Sembra uno Champagne!». Proseguiamo con un Fiano di Avellino strepitoso, ha dieci anni sulle spalle che non ne hanno scalfito per nulla freschezza, né armonia, né profondità, anzi. Non si avvertono sentori di idrocarburi, Q8 e cherosene, eppure il puntiglioso Critico 2 è già pronto: «Un Riesling!». Non un Riesling qualunque, viaggiamo tra le pendenze da capogiro della Mosella, il Palatinato già non gode dello stesso appeal, nemmeno l’Austria, figuriamoci la stessa varietà in Australia. Se un bianco italiano sfida il tempo con così tanta grazia, sia esso un Fiano di Avellino, un Greco di Tufo, un Soave Classico o un Etna Bianco, che spesso invecchiano meglio di tanti nostri rossi, va associato a qualcosa che viene da fuori. Se l’aromaticità di un bianco, poi, è particolarmente precisa, definita e luminosa, il professore e Critico 3 ha già il jolly in tasca: «Alsaziano, non trovi?».
I riferimenti diventano particolarmente forti e calzanti quando ci spostiamo sul terreno dei rosati. In casa non mancano territori vocati per il vino in rosa, con espressioni di grande carattere e intensità, pensiamo alla Valtènesi, alla Puglia, all’Etna, a quel meraviglioso vino gastronomico che è il Cerasuolo d’Abruzzo. Eppure, la via maestra è una sola: la Provenza. Ci sono produttori, tra il Gran Sasso e l’Adriatico, che sono riusciti a snaturare il Montepulciano pur di ricalcare colori pallidi e tratti delicatamente floreali, fiori francesi ça va sans dire. Un rosato d’impareggiabile eleganza? Il Critico 4, che incensa vini italiani ma tra le mura domestiche beve solo Rodano degli anni ’80, adopererà parole al miele per definirne lo stile provenzale ormai sinonimo di bellezza più che di denominazione. Anche davanti a una pozzanghera che riverbera i raggi del tramonto penserà tra sé: «Magia provenzale». Il meglio lo raggiungiamo però quando si parla di religione, la più diffusa nel mondo del vino: la Borgogna. Qualsiasi vino oggi è descritto, e sempre più prodotto, pensando allo spirito leggiadro della terra maestra. Che tu sia Taurasi o Amarene, a Digione ti porterem.
© Gambero Rosso SPA 2025
P.lva 06051141007 Codice SDI: RWB54P8 Gambero Rosso registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novità del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati
La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
No results available
ResetNo results available
Reset