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Incertezza sulla vendemmia: l'Italia fa dietrofront sulla distillazione di crisi

Rispetto alle intenzioni di primavera, poche Regioni accederanno alla misura. Al momento aderiscono Sicilia e Piemonte, mentre Puglia, Abruzzo e Campania rinunciano. A cambiare le carte, il calo produttivo che potrebbe portare l'Italia a 43 milioni di ettolitri, ma anche l'esiguità dei fondi.

  • 06 Agosto, 2023

Con un gioco di prestigio alla Houdini, degno dei migliori illusionisti, il clima ha spento la voglia matta di distillazione. Era ottobre 2022 quando, dopo un’altra vendemmia abbondante da 50 milioni di ettolitri, ci si rese conto che l’Italia aveva troppo vino; era dicembre quando si tornava a parlare di gestione del potenziale viticolo a fronte del rischio sovrapproduzione; ed era maggio quando una riunione di tutte le categorie al Masaf provava a capire da dove prendere i soldi per distillare, con l’Italia che traboccava di vino. Evidentemente, non si era tenuto conto della variabile meteo, che in vendemmia si mette sempre a bilancio ma non con l’imprevedibilità di quest’anno.

Raccolta al via ma volumi in calo

La raccolta delle uve negli oltre 700mila ettari italiani è iniziata il 3 agosto. E come sempre è la Sicilia ad aprire le danze. Come già annunciato dall’Osservatorio Ismea-Uiv-Assoenologi, e come rilevato anche nel consueto sondaggio pre-vendemmia del Tre Bicchieri di qualche settimana fa, i volumi sono previsti in netto calo. Una prima stima Coldiretti parla di -14%, intorno ai 43 milioni di ettolitri. Oltre al clima, c’è anche un’altra variabile che ha indotto i territori a un ripensamento sulla distillazione ed è legata al fatto che, dopo il via libera (a maggio) dell’Ue alle misure d’emergenza sui vini rossi e rosati (a fronte di produzioni e giacenze in aumento e di consumi ed export in flessione), il Masaf ha invitato le Regioni a trovare autonomamente i finanziamenti necessari per attivare il ristoro, anche con una rimodulazione dei fondi già assegnati al Piano nazionale di sostegno vino (vedi Tre Bicchieri del 27 luglio).

Abruzzo e Puglia dicono no

In questo nuovo quadro, Abruzzo, Puglia e Campania sono le Regioni che maggiormente hanno rivisto le posizioni in merito alla trasformazione delle giacenze in alcol. Mentre Lazio e Sicilia sono in una situazione più delicata e potrebbero aderire in parte. Il Piemonte, infine, ha trovato un accordo per l’attivazione della misura sulla filiera del Brachetto. In particolare, in Abruzzo (3 milioni di ettolitri prodotti nel 2022) le fitopatie hanno avuto durissimi effetti proprio sui vitigni portanti dell’economia regionale, come trebbiano e montepulciano d’Abruzzo. Secondo Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio vini d’Abruzzo, rispetto al mese di febbraio, quando la distillazione fu chiesta a gran voce dalla filiera vitivinicola, “gli eventi dei mesi successivi, a partire dalle quantità di raccolto ridotte in quantità per la peronospora, ma con una qualità promettente, hanno portato a una rivalutazione generale. E ritengo che non chiederemo più la distillazione di crisi”.

Altro passo indietro è quello della Puglia, che lo scorso anno ha superato i 10 milioni di ettolitri prodotti e si era affacciata con stock di invenduto importanti, dai vini da tavola all’Igp Puglia e Igp Salento fino ad alcune Dop salentine. “A fronte a un raccolto 2023 non ricco nei quantitativi a causa dei problemi fitosanitari e considerando le remunerazioni non sufficienti (si parlava di 0,40 euro/ettogrado; ndr), la Regione ha messo da parte il discorso distillazione, che non è mai la soluzione dei problemi”, ha dichiarato Gianni Cantele, responsabile vino per Coldiretti Puglia, invitando il sistema nazionale a lavorare meglio sulla promozione e su una maggiore conoscenza del mercato per pianificare il futuro, a partire dalle decisioni sui nuovi impianti viticoli.

Campania e Lazio in bilico

In Campania (500mila ettolitri nel 2022), la parola distillazione di crisi ha campeggiato a lungo da febbraio 2023 soprattutto nel Beneventano, dove operano cooperative importanti come Solopaca e La Guardiense. Ma il vento è cambiato in questa primavera-estate. Innanzitutto, l’Ue non ha incluso la tipologia bianca tra i vini ammessi alla distillazione e questo ha fatto da deterrente. Inoltre, le stime sul 2023 hanno portato le grandi cooperative a “stare alla finestra e a pensare a una valorizzazione alternativa del vino in giacenza”, come ha sottolineato Libero Rillo, presidente del Consorzio vini del Sannio.

Nel Lazio, la Coldiretti regionale ha chiesto alla Regione di stanziare risorse a sostegno del reddito degli agricoltori a causa delle mancate produzioni. La peronospora, come ha spiegato il presidente della federazione regionale, David Granieri, ha danneggiato i vigneti con una forbice tra il 20% e il 90%, un po’ in tutto il territorio: dalle Doc Castelli Romani. Frascati, Doc Colli della Sabina fino alla provincia di Latina e nel Viterbese. “Misure come la distillazione di crisi” ha dichiarato “non sono sufficienti e non arrivano agli agricoltori, che sono coloro che hanno pagato il prezzo più alto”.

Sicilia: vendemmia in forte calo, ma sì alla distillazione

In Sicilia (3,5 milioni di ettolitri nel 2022), le richieste di distillazione oscillavano inizialmente intorno ai 300mila ettolitri, prevalentemente vini prodotti dal sistema cooperativo tra Agrigento e Trapani, poi sono scese a 200mila, ma con un’alta probabilità si arriverà a 175mila. La Regione Siciliana ha messo a disposizione circa 7 milioni di euro per la misura. Ma per alcuni territori, come quello di Petrosino, non sembrano bastare e si chiede un sostegno più generale: “La distillazione da sola è insufficiente, circoscritta al sistema delle cantine sociali e non ha effetti diretti sui singoli agricoltori, che sopportano la pressione delle spese operative quotidiane, tra cui i costi di manodopera e input agricoli”, hanno scritto sindaco e assessore all’Agricoltura.

Distillazione necessaria in questo momento, secondo Leonardo Taschetta, presidente di Colomba Bianca (realtà da 2.500 viticoltori a Mazara del Vallo) per “dare una boccata d’ossigeno al settore, che sta soffrendo soprattutto sui vini rossi, anche se non c’è dubbio che i quantitativi di cui si parlava qualche mese fa andranno rivalutati”. Il livello dei prezzi per litro che andrà in distilleria dipenderà dalle economie che la Regione riuscirà a ottenere nella gestione dei fondi del Pns. Nella vicina Menfi, Cantine Settesoli annuncia che molto probabilmente non aderirà alla misura, come ha dichiarato il presidente Giuseppe Bursi: “Tre mesi fa la situazione era disastrosa, si era fermato il ritiro dei vini sfusi. Ma ora, a causa del caldo, si prevede un calo significativo dei volumi, intorno al 30%.40%. Ci auguriamo che il mercato possa assorbire il vino in giacenza e soprattutto che salgano i prezzi”. Il trend produttivo calante viene confermato anche per i vini a Dop dal Consorzio della Doc Sicilia, che stima un crollo dei quantitativi 2023 intorno al 35% a causa del caldo.

In Piemonte le risorse ammontano a 1,8 milioni di euro

In Piemonte, il tavolo vitivinicolo regionale ha raggiunto un accordo con la filiera del Brachetto per una distillazione di crisi su 15.700 ettolitri di Brachetto d’Acqui Docg (a 100,8 euro/ettolitro) e 1.800 ettolitri di Piemonte Brachetto (a 83 4 euro/ettolitro) con risorse per oltre 1,8 milioni di euro. “La Regione ha trovato nuove risorse senza intaccare quelle per promozione e investimenti e ci riteniamo soddisfatti” ha commentato Gian Luca Demaria, presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Piemonte, che ha aggiunto: “Questa misura è del tipo una tantum. Sappiamo bene che occorrono altre strategie per sostenere i territori. La logica non deve essere sempre quella di incrementare all’infinito i nuovi impianti, ma bisogna regolare i diversi percorsi coinvolgendo i Consorzi. Siamo in un mercato in cui, statisticamente, i consumatori tendono a calare e in cui sta cambiando l’approccio alle bevande alcoliche. Il mondo” ha concluso “sta andando verso una maggiore disciplina del corpo e, alla luce di questo, cercare sempre di crescere non sembra essere la strada giusta”.

L’articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 3 agosto 2023

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