Un impianto di biometano spaventa la Strada del vino Cesanese. Tra Anagni, Paliano e Colleferro, infatti, potrebbe sorgere una struttura per la lavorazione degli scarti dell’industria agricola e zootecnica da 85mila tonnellate lavorate all’anno. Sul territorio c’è una forte opposizione al progetto privato, che risale al 2022. Il Comune di Paliano, uno dei borghi principali sulla Strada del vino, ha bloccato l’iter autorizzativo e la società proponente è ricorsa al Tar del Lazio (sezione di Latina). Il Comitato residenti di Colleferro, in un incontro pubblico delle scorse settimane, ha sostenuto al Tar il Comune e denunciato irregolarità e criticità sul progetto che insiste sulla Valle del Sacco, tra cui i potenziali impatti ambientali, il mancato rispetto delle normative urbanistiche e paesaggistiche. Preoccupa la vicinanza dell’impianto alle abitazioni. La struttura dovrebbe sorgere in contrada Colle Carcavella (Tre Ponti) lungo la via Casilina (al km 56).
Se l’impianto verrà messo in opera, scrivono i comitati locali, il futuro di questo territorio, la strada del vino Cesanese, sarà segnato. «Paliano non è una città, è un borgo storico, che vive delle sue solide tradizioni e che vanta un’economia agricola fatta di piccole aziende e agriturismi, cui si accompagna un turismo enogastronomico e religioso. Anche il Monumento naturale la Selva – si sottolinea – finirebbe per essere travolto». Di qui, l’appello dei comitati alla Regione Lazio e al Comune di esprimersi chiaramente sul destino e sull’eventuale rilancio dell’area naturalistica.
Cesanese – vitigno del Lazio
Secondo il Comitato residenti di Colleferro, il sito individuato (un terreno agricolo di circa 2 ettari), sarebbe inidoneo ad accogliere l’impianto, dal momento che sarà necessario un sicuro ampliamento dell’area industriale (che tratta letame), con impatti sul traffico locale dovuto al passaggio di grandi mezzi, considerata la vicinanza alla via Casilina. Ci sarebbero problemi di tipo paesaggistico, considerato che i serbatoi di gas metano possono superare i dieci metri di altezza (come si può vedere, a titolo d’esempio, nella foto in alto), i 35 di larghezza e che sarebbero almeno quattro quelli previsti sui terreni destinati al progetto. A preoccupare, infine, è il fatto che anche in alcuni comuni vicini sono stati approvati altri impianti simili.
<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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