Il mondo del vino, e del beverage in generale, sta cambiando: nascono nuove bevande alternative, nuove generazioni, nuovi gusti e abitudini. Comunicare un contesto in continua evoluzione non è semplice, ma Wine Enthusiast, con la sua personale classifica Future 40 Tastemakers 2024, ha selezionato i nuovi 40 influencer del futuro, ovvero professionisti e professioniste che con il loro lavoro stanno facendo proseguire il settore degli alcolici. E tra i tanti nomi, molti dei quali statunitensi, spiccano due volti femminili italianissimi: Giulia Cecchi e Francesca Bardelli Nonino.
In passato noto come il “40 under 40” (I quaranta sotto i quarant’anni), nel 2022 «Wine Enthusiast ha rimosso la restrizione di età» e ha orientato la classifica verso la selezione di tastemaker che «meritano di essere riconosciute per il loro lavoro nel far progredire l’industria», ha detto Jacqueline Strum, presidente ed editore di Wine Enthusiast Media. «Gli scaffali dei nostri negozi di vini e liquori locali stanno cambiando più velocemente che mai in risposta all’evoluzione dei gusti, alle pressioni sui cambiamenti climatici e alle condizioni di mercato», ha detto John Capone, direttore esecutivo della rivista Wine Enthusiast, e «le persone che abbiamo selezionato stanno contribuendo al progresso e al miglioramento dell’ambito delle bevande».
Tra le figure selezionate troviamo Giulia Cecchi, brand ambassador, con base a New York, delle due aziende di famiglia (Famiglia Cecchi e Castello di Monsanto). Cresciuta tra le vigne delle tenute nell’areale del Chianti Classico, «ha assorbito l’essenza multigenerazionale di entrambe le aziende e ha imparato a destreggiarsi tra i suoi antenati e i suoi coetanei» scrive Wine Enthusiast. «Ora sta viaggiando per il mondo, mettendo in contatto il suo amore per il Sangiovese e la Toscana con un’intera nuova generazione di amanti del vino».
L’altro volto italiano “premiato” dalla rivista statunitense è quello di Francesca Bardelli Nonino (qui la nostra intervista). Esponente della sesta generazione della nota famiglia di distillatori che ha contribuito a far conoscere la grappa in tutto il mondo. Responsabile della comunicazione web «condivide la sua passione contagiosa attraverso i social media, ovviamente, e visita bar e ristoranti per diffondere il “grappa gospel”». Oggi, continua il business di famiglia come «forse il primo “grappa influencer” al mondo».
Interpellate dalla rivista statunitense, entrambe sottolineano la necessità di una maggiore chiarezza in favore del consumatore che a volte, complici i termini “oscuri” del marketing, può essere “ingannato”. «Ne ho abbastanza dei prodotti che subiscono il craft washing” o il “craft sounding”. Odio che ci siano sempre modi in questo settore per ingannare il consumatore facendogli pensare che i prodotti che stai vendendo siano artigianali quando non lo sono. Vorrei che fosse obbligatorio dichiarare in modo chiaro il metodo di distillazione, il reale tempo di invecchiamento del prodotto e se è stato usato qualche sapore o colorante artificiale», dice Francesca Bardelli Nonino.
Analogamente Giulia Cecchi sostiene che nel comparto del vino spesso vengono utilizzati termini con l’unico obiettivo di aumentare le vendite: «Una tendenza preoccupante nell’industria del vino è l’uso eccessivo di parole d’ordine di marketing e termini vaghi come “naturale“, “pulito” e “sostenibile” senza definizioni o standard chiari. Questa pratica può indurre in errore i consumatori a credere che stiano facendo scelte più sane o più rispettose dell’ambiente senza fornire prove o informazioni concrete a sostegno di queste affermazioni».
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