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Balzo record dei vini australiani: l'export verso la Cina è ripreso alla grande

I 12 mesi terminanti a settembre 2024 segnano livelli che non si vedevano dall'agosto del 2021: +34% in valore e +7% in quantità

  • 23 Ottobre, 2024

Da quando all’export di vino dell’Australia si è riaccesa la luce cinese è tornato il sereno tra i produttori del continente oceanico. Per capire cosa sta accadendo, basta dare un’occhiata agli ultimi numeri diffusi da Wine Australia. Nei 12 mesi terminanti al 30 settembre 2024, le vendite estere hanno segnato complessivamente un giro d’affari di 2,39 miliardi di dollari australiani, pari a circa 1,47 miliardi di euro, con un incremento molto importante del 34 per cento. Le quantità superano i 643 milioni di litri, con un incremento del 7 per cento. La crescita si spiega con la riapertura dei confini cinesi per i vini aussie, dopo la rimozione degli altissimi dazi doganali sulle bottiglie di vino a fine marzo del 2024. Per dare una misura dell’importanza del Paese asiatico sui conti economici del vino d’Australia, su 927 aziende che hanno esportato vino australiano in Cina, i primi dieci esportatori a valore hanno contribuito per il 68% al valore totale e per il 38% al volume totale.

Export vino Australia verso Cina e Resto del mondo (valori: migliaia dollari australiani) – dati Wine Australia set. ’24

Il vino australiano in Cina raggiunge livelli record

Si tratta del livello più alto registrato dall’agosto 2021 dall’export di vino in entrambe le voci. Verso la Cina sono stati spediti, nel dettaglio, 59 milioni di litri di vino australiano (+58 mln rispetto a un anno fa) ma soprattutto i fatturati ammontano a 612 milioni di dollari australiani (con un aumento di ben 604 mln su settembre 2023). Il peso a valore è più alto del volume per il prezzo elevato della maggior parte delle bottiglie che stanno entrando in Cina dall’Australia. E secondo gli analisti, è difficile che tale aumento riduca l’eccesso di offerta di uva da vino rosso che si registra nelle regioni più interne. «Le spedizioni dei primi sei mesi sono il segno probabile di un trend verso lo stoccaggio di prodotto dopo una lunga assenza dal mercato cinese. I livelli di esportazione – ha spiegato Peter Bailey, responsabile market insight di Wine Australia – non equivalgono alle vendite al dettaglio e ci vorrà tempo prima che si quantifichi in modo evidente la reazione dei consumatori cinesi al ritorno del vino australiano sul mercato». Per Bailey, è importante, anche in questa fase positiva, continuare a diversificare i mercati esteri.

Numeri stabili nel resto del mondo

Verso gli altri Paesi, le vendite sono stabili in valore (1,78 miliardi di dollari australiani) e sono diminuite in volume del 3 percento (585 milioni di litri). Il calo più significativo in volume è proprio degli Stati Uniti, soprattutto vino sfuso (21 milioni di litri) dopo i forti acquisti del 2022 e di inizio 2023. Stabile l’export a valore verso il Canada. Balzo anche di Hong Kong, che ha incrementato i valori di 65 milioni di dollari australiani, a quota 270 milioni. L’Europa registra un incremento verso il Regno Unito (+9 milioni a quota 362 mln) e verso il Belgio, che ha compensato i cali di Germania, Danimarca e Spagna.

hong-kong

panoramica di Hong Kong

Le tipologie: brilla il rosso, giù i vini bianchi

In aumento del 16% l’export di vino rosso (356 mln di litri) e del 52% a valore (1,74 miliardi di dollari), soprattutto per la richiesta cinese. Tra le tipologie, è lo Shiraz che ha spuntato le crescite migliori (+20%), seguite da Cabernet Sauvignon e Merlot, rispettivamente dell’11% e del 5%. In calo le vendite di bianco fermo a volume (-5%) con un lieve incremento a valore (+0,4% a 549 mln di dollari). In testa c’è lo Chardonnay, con un -3% in volume e 143 mln di litri.

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<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.

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