Di fronte alla crisi dei consumi, niente è escluso. Neppure l’estirpazione dei vigneti. Lo ha detto anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida nell’intervista esclusiva che ci ha rilasciato alla vigilia di Vinitaly: «Ne abbiamo parlato all’Agrifish è uno dei punti che abbiamo richiesto. Ma – ha aggiunto – parlerei più che altro di sostituzione dei vigneti». Da mesi se ne discute anche in Europa. D’altronde, ad aprire la strada, è stata la Francia con un piano nazionale che potrebbe interessare complessivamente 100mila ettari di vigneti sui 750mila francesi.
Intanto, il Copa Cogeca, l’organizzazione europea delle associazioni di agricoltori e delle cooperative agricole, ha presentato un piano in sede Ue. «Non è una proposta esclusivamente italiana. L’abbiamo presentata in rappresentanza di tutta la viticoltura europea, in un recente incontro ristretto in sede Ue – annuncia al Gambero Rosso Luca Rigotti, presidente del Gruppo di lavoro vino del Copa-Cogeca – Ora la Commissione deve fare le sue verifiche e le considerazioni del caso. C’è bisogno sicuramente di tempo, perché c’è tutto l’impianto normativo da tenere presente. L’auspicio è che entro fine anno la cosa sia definita».
La proposta spiega Rigotti viene dal basso, dai produttori, ed è una sorta di «un’autoanalisi del settore» che prevede un “espianto a tempo”. «Ciò significa – spiega – che il viticoltore avrebbe un tempo minino di tre anni e massimo di otto prima di reimpiantare o decidere di non farlo più. In questa fase, può dedicarsi ad altre colture o decidere di non coltivare più». L’obiettivo è ristabilizzare domanda e offerta e aspettare tempi migliori. Intanto, però, ci si assicurerebbero i soldi dei fondi europei, nello specifico, quelli della ristrutturazione e riconversione del vigneto. Rigotti, però, apre anche ad altre ipotesi per regolare l’offerta: «Forme di stoccaggio, riduzione delle rese, non necessariamente estirpo» conclude.
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