Riduzione delle superfici vitate, cambiamento delle modalità di consumo, rallentamento degli scambi commerciali. Le sfide del mondo del vino, a livello globale, sono ben note, sono diversificate e per molti versi collegate alla crisi climatica. Lo hanno evidenziato 37 Paesi produttori di vino, aderenti all’Oiv, riuniti a Digione dall’11 al 13 ottobre scorsi. Le delegazioni ministeriali presenti alla riunione politica convocata in Francia hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui riconoscono il ruolo centrale dell’Oiv-Organizzazione internazionale della vigna e del vino, nell’anno del suo centenario. Il documento sottolinea l’importanza di guidare e sostenere la filiera del vino per trasformare le attuali sfide in opportunità future. E di trovare soluzioni condivise e comuni appoggiandosi all’esperienza dell’Oiv, sia dal punto di vista tecnico sia da quello scientifico.
Nero su bianco, sono diversi gli obiettivi fissati a Digione dai 37 Paesi. Il primo è l’impegno per la continuità del settore vitivinicolo sotto gli aspetti economici, sociali e ambientali; il secondo è la promozione del patrimonio mondiale della vite e del vino nei suoi aspetti storici, culturali, umani, sociali e ambientali; il terzo obiettivo è legato al ruolo dell’Oiv in materia di sanità pubblica e, nello specifico, alla luce del contrasto al consumo eccessivo di alcol nel mondo; infine, il contributo alla diffusione e valorizzazione delle decisioni dell’Oiv ai vari livelli istituzionali: internazionale, nazionale e regionale.
I Paesi riuniti in Francia hanno evidenziato come gli effetti dei cambiamenti climatici siano ormai fattori decisivi che amplificano le attuali difficoltà del settore. In particolare, secondo i 37 firmatari, le condizioni meteo estreme sulla viticoltura e sulla vinificazione mettono in crisi le strategie di gestione del potenziale produttivo (che in Ue sta dividendo le diverse anime del settore); inoltre, mettono a rischio l’equilibrio del ciclo vegetativo ma anche l’elaborazione dei prodotti vinicoli, con un effetto sia sull’assortimento dei vitigni sia sull’equilibrio dei vini; infine, la crisi climatica impatta su un possibile cambiamento della geografia delle regioni viticole attualmente attive sul medio e sul lungo termine.
I lavori tenuti a Digione sono durati due giorni e sono stati inseriti nell’ambito della conferenza internazionale per il centenario dell’Oiv. Ecco l’elenco dei 37 firmatari: Albania, Argentina, Armenia, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Bulgaria, Cile, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, India, Lussemburgo, Malta, Moldavia, Montenegro, Marocco, Olanda, Nuova Zelanda, Peru, Portogallo, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Regno Unito, Ucraina, Uruguay. L’Oiv, attualmente, riunisce 50 Stati, che sono produttori e consumatori di uva e di vino, rappresentano il 75% della superficie vitivinicola mondiale, l’87% della produzione mondiale di vino e il 71% del consumo. Per due volte l’anno, oltre 500 esperti si riuniscono a Digione (nuova sede) per valutare, discutere e approvare risoluzioni in materia di viticoltura e uva da tavola, enologia e metodi di analisi; diritto ed economia della vite e del vino; salute e sicurezza del consumatore.
<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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