La degustazione si รจ svolta a Buonconvento (SI), presso lโEnoteca de La Porta di Sotto, di Stefano Sardone. Hanno partecipato: Pietro, Federico e Francesco Buffi, Antonio Boco, Gianni Fabrizio, Franco Pallini.
Non รจ solo per il valore documentaristico che lo consideriamo uno dei piรน emozionanti della verticale: il Rosso โ75 รจ in primo luogo vino vivo e vitale, da godere a tavola esattamente come i suoi fratelli minori. Foglie di thรจ, mandarino candito, legno antico, poutpourri, รจ unโevoluzione elegante a ritmare il sorso ancora tonico, salmastro, di trama integra e rifinita.
Finisce in buona sostanza pari e patta la sfida tra i due โvecchiettiโ, tali solo anagraficamente. Il โ78 appare quasi giovanile per lโintensa presenza fruttata (amarena, pesca gialla, arancia sanguinella), arricchita da tocchi ematici e affumicati; la bocca non รจ da meno in termini di spalla e vigore sapido. Avanza sferico e carnoso, senza scissioni, evidenziando qualche spigolo tannico maggiormente in rilievo.
ร una versione mito per il Brunello di Baricci, non a caso citato da Gianfranco Soldera tra i suoi preferiti. Annata che si conferma felice in un Rosso maturo nelle suggestioni di confettura, tartufo bianco, curry, ma ben ravvivato da piรน fresche coloriture fruttate e officinali. Ancora solido e reattivo anche il palato, disegnato dalla prorompente salinitร e dalla precisa grana estrattiva, appena brusco in chiusura.
Poche vendemmie scontano peggior fama della 1984 e Montalcino non fa eccezione. Da Baricci รจ addirittura ricordata come lโultima in cui non si รจ prodotto Brunello: valeva insomma la pena confrontarsi con questo Rosso โpotenziatoโ, che vinse comunque il primo premio a Siena Verde. Lo troviamo piuttosto ammaccato nei richiami di mostarda e porcini, un poโ troppo crudo e repentino nello sviluppo, ma in ogni caso ancora in piedi.
Se la cifra espressiva del cru รจ condensata nello speciale connubio di tessitura saporosa e austeritร tattile, questo Rosso รจ il piรน โmontosolianoโ della verticale. Cโรจ un lato autunnale di infusi, humus e caffรจ, ma anche un controcanto piรน arioso di bergamotto ed essenze termali; la bocca corrisponde col suo passo diretto e sostenuto, appena scoperto sul finale per una leggera diluizione alcolica, accentuata dal severo tannino.
Per molti versi sta al Rosso โ88 come ilโ75 sta al โ78. Ovvero piรน densitร di frutto ed espansione โorizzontaleโ, ma forse anche minore scheletro verticale e finezza estrattiva. Altrettanto affascinante, comunque, nel gioco di ciliege, caramelle e โcolonialiโ, con un fondo viscerale ad anticipare la trama calda e selvaggia che domina il sorso e lo traghetta verso un finale ruvido ma spontaneo di brace, curry e kriek.
Lโordine di servizio non lo aiuta, rendendolo suo malgrado un poโ vaso di coccio in mezzo a due grandi versioni. ร perรฒ un โ94 tutto sommato riuscito, considerando la vendemmia non certo esaltante, che si difende bene in particolare al naso: agrumi chiari, erbe in infusione, tocchi balsamici. Sottile ma progressivo nellโincedere gustativo, si stringe nel finale senza smarrire del tutto il ritmo salino.
Vera e propria summa dello stile Baricci, il Rosso 2001 รจ semplicemente un vino fantastico, completo in ogni dettaglio. Chinotto, cardamomo e grafite giusto per cominciare, cambia pelle piรน volte senza cedere un millimetro nel bicchiere in termini di definizione ed integritร . Sfaccettato e multidimensionale anche al palato: ampio, avvolgente, appagante, armonizza la potente polpa con lโesplosivo supporto sapido.
Probabilmente ci siamo imbattuti in una bottiglia non perfetta, anche alla luce di precedenti assaggi, ma il Rosso โ04 regala comunque spunti di interesse. In particolare nel primo impatto olfattivo, con timbri di frutti di bosco, erbe medicinali e resine quasi โchiantigianiโ; poi cala vistosamente su toni terziari che si legano alla bocca un poโ troppo scarna e di grana amarognola.
Anche la 2006 rientra nel gruppo delle riuscite: โpoco fumo e tutto arrostoโ. Non il piรน rifinito aromaticamente, per via degli evidenti tratti ematici ancor piรน incupiti dagli accenti di mora in confettura, chinotto, porcini, frutta secca. Ma totalmente riscattato da un sorso accogliente e irradiante, ricco di stoffa e sapore, senza alcuna deriva amarostica nonostante la prorompente alcolicitร .
Complice lโandamento climatico quasi schizofrenico dellโannata, il Rosso โ09 si configura per molti versi come una versione a sรฉ stante. Caramella alla fragola, china, erbe aromatiche, pepe nero, appare piรน fluido e sottrattivo di altri, con un fondo immaturo amplificato dal tannino polveroso e dal generoso abbraccio alcolico. Conserva tuttavia una piacevole ed empatica proporzione, non sprovvista di energia saporosa.
Si avverte uno stacco netto sul piano espressivo rispetto alle bottiglie piรน mature. Il quadro aromatico รจ quasi primario nella sequenza di lampone, susina e mandarino, come nei lampi di fiori primaverili e terriccio fresco. Impostazione coerentemente sancita dal palato dritto e nervoso, che sconta in questa fase un leggero minus di spalla e finezza tannica senza rinunciare tuttavia a succo e sapore.
La meraviglia dello stile Baricci รจ chirurgicamente sintetizzata dal Rosso โ15, probabilmente destinato a seguire le orme delle migliori versioni โmatericheโ (โ78, โ90, โ01, โ06, lร dove lโaltrettanto strepitoso 2016 sembra avere piรน di un tratto comune con le letture affusolate di โ75, โ88 e โ10). Ancora tutto sul frutto rosso ma giร pieno di sfaccettature iodate e termali, ammalia col suo sorso arioso, pervasivo, gustoso.
Comprensibilmente ancora embrionale sotto molti punti di vista, al Rosso โ17 non mancano comunque chiarezza espressiva e fedeltร vendemmiale. Appare il classico Baricci da annata calda per le suggestioni di frutta rossa e gialla, spezie piccanti e sali da bagno: preludio di una bocca forse meno ampia e continua rispetto alle versioni super, ma innervata di sapore e a suo modo delicata nella progressione.
a cura di Paolo De Cristofaro
foto di Carlo Franchi
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Nel numero di aprile del Gambero Rosso, in questi giorni in edicola, trovate anche il racconto della storia della famiglia Baricci, che รจ passata dalla mezzadria alla proprietร con lโaiuto del Fondo per la Piccola Proprietร Contadina, anticipando e ispirando i tanti coltivatori diretti che negli anni a seguire avrebbero trasformato il comprensorio in un vero e proprio distretto plurale.
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