Notizie / Vino / “Se non si eliminano i dazi Usa, la vendemmia 2025 sarà compromessa”. L’allarme del Consorzio vino Chianti

Vino

"Se non si eliminano i dazi Usa, la vendemmia 2025 sarà compromessa". L'allarme del Consorzio vino Chianti

Il presidente Giovanni Busi scrive una lettera al Governo per chiedere un intervento veloce ed evitare il blocco delle esportazioni

  • 21 Marzo, 2025

«Un dazio del 200% sulle esportazioni di vino negli Stati Uniti significherebbe il blocco totale delle vendite Oltreoceano e metterebbe in ginocchio le aziende produttrici, che con i magazzini pieni sarebbero costrette a fermare la produzione e a ricorrere alla cassa integrazione per i dipendenti».
A scriverlo nero su bianco è il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi in una lettera indirizzata al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, al ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, e al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Danni incalcolabili

La lettera del Consorzio arriva all’indomani del blocco delle importazioni di vini europei annunciati da diversi importatori statunitensi e vivamente consigliato dalla statunitense Wine Trade Alliance. In particolare, per il Chianti Docg significherebbe rinunciare ad un mercato fondamentale, come ricorda Busi: «La nostra denominazione esporta ogni anno negli Usa circa il 25% della produzione. Il Chianti è stato tra i primi vini italiani a varcare l’oceano e negli anni ha consolidato una presenza stabile sul mercato americano. Se questo dazio venisse applicato, i nostri produttori non sarebbero più in grado di competere e il danno sarebbe incalcolabile».

Vendemmia compromessa

Poi il presidente del Consorzio lancia l’allarme per il futuro, a partire dal difficile momento che il settore sta vivendo tra condizioni climatiche avverse, cambiamenti dei consumi e tensioni geopolitiche: «Quest’anno la produzione è tornata ai livelli standard, permettendoci di iniziare a recuperare terreno dopo anni difficili, ma se le nostre cantine resteranno piene per l’impossibilità di vendere negli Usa, la vendemmia 2025 sarà seriamente compromessa: senza spazio per il nuovo vino, molti produttori non potranno raccogliere l’uva a settembre». Una situazione che si sta già verificando dall’altra parte del globo, in particolare in Nuova Zelanda dove la vendemmia è già iniziata e dove i produttori sono costretti a lasciare le uve sulle piante per non appesantire le cantine ancora piene.

L’appello del Consorzio vino Chianti al Governo

Di fronte a questo scenario, il Consorzio Vino Chianti chiede un intervento immediato del Governo italiano e dell’Unione Europea per scongiurare l’introduzione dei dazi e avviare un dialogo con le autorità statunitensi. «È fondamentale che le nostre istituzioni si attivino subito – conclude Busi – per tutelare un settore che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e un pilastro della nostra economia».

Al momento la Commissione Ue ha posticipato di qualche settimana l’eventuale entrata in vigore dei contro-dazi sul whisky e i vini statunitensi, mentre in Italia il ministro Tajani ha presentato il piano B per l’export italiano. Basterà a rassicurare produttori e consorzi del vino e soprattutto a far ragionare il presidente Usa? Stando alle ultimi dichiarazioni di Trump il pericolo è tutt’altro che scampato: «Il 2 aprile sarà la liberazione degli Usa», ha appena scritto il tycoon, facendo ripartire il conto alla rovescia.

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE...

<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.

Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri,
il settimanale economico di Gambero Rosso

Corsi per Appassionati

Corsi per Professionisti

University

Master

© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.

Made with love by Programmatic Advertising Ltd

Made with love by Programmatic Advertising Ltd

© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati

La ristorazione italiana sta dando prova di grande vitalità e maturità (antispreco e sostenibilità sono ormai voci “fisse” dei menu, crescono le proposte vegane e salutari di alto profilo). Per questo dopo l’anno zero della pandemia, la guida torna con voti e classifiche. Oltre 2000 indirizzi e tante novità fra ristoranti, trattorie, wine bar e locali etnici (segnalati, rispettivamente, con il simbolo delle forchette, dei gamberi, delle bottiglie e dei mappamondi) per consentire a ciascuno di trovare l’indirizzo giusto.