«Non mi pare ci sia stato questo tracollo dei consumi di vino, anzi…». Parola del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che, al margine del Consiglio Agrifish di Bruxelles, dà la sua versione dei fatti sul nuovo Codice della strada di Salvini, dopo le tante critiche ricevute da ristoratori e produttori di vino. Un commento atteso, quello del titolare dell’Agricoltura che, però, sembra ignorare o minimizzare i racconti fatti, in queste settimane, dai ristoratori di tutta Italia.
«Dal punto di vista della ristorazione i dati così allarmistici che venivano diffusi non corrispondono alla realtà. Basta chiedere ad oggi al mondo della ristorazione e della produzione di vini, non ci sono stati cambiamenti così significativi come all’inizio sembrava». Un’affermazione forte che non piacerà ai diretti interessati, visto che è proprio parlando con i ristoratori che viene fuori un quadro poco roseo: calo delle richieste di vino al ristorante del 30-40%. Stime che saranno confermate (o meno, come sostiene il Ministro) dai bilanci di fine mese, ma che di certo non si possono ignorare.
Lollobrigida va, poi, avanti facendo un esempio personale: «Io bevo molto volentieri quando vado a cena, ma provo a bere il giusto, senza esagerare. E tendenzialmente – ammette – non guido quando bevo». Un lusso che non tutti possono permettersi, ma questa è un’altra storia.
Su una cosa, però, il Ministro ha ragione: «I parametri non sono cambiati rispetto a prima (e questo lo abbiamo detto anche noi, ndr), sono state aumentate alcune sanzioni». Insieme alla psicosi dell’etilometro, da cui non c’è scampo. La soluzione? «Bisogna organizzarsi – conclude Lollobrigida – il consumo di vino non può essere legato a chi deve guidare». Ma neanche la realtà, caro Ministro, può essere cambiata con il negazionismo.
<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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