Il Piemonte sulla vetta del mondo del vino italiano. Gaja e Bruno Giacosa conquistano il podio dei migliori 100 rossi italiani insieme a Tenuta San Guido. Torna la Classifica delle classifiche stilata ogni anno da Gentleman, magazine lifestyle di Class editori, diretto da Giulia Pessani. Quest’anno, in particolare, la novità è il ritorno dei grandi assenti del 2023, grandi nomi del Piemonte in primis, ma anche etichette come Solaia, Masseto e Ornellaia.
Il cru di Barbaresco Sorì Tildin ’20 fa il suo ritorno conquistando la prima posizione e facendo scivolare il Sassicaia ‘20 al secondo posto, che però rimane una solida certezza tra le prima posizioni della classifica. Il Barolo Riserva di Bruno Giacosa, Falletto Vigneto Le Rocche ’17, in terza posizione insieme ai due cru di barbaresco di Gaja (Sorì Tildin e il Sorì San Lorenzo in quarta posizione) evidenzia il grande momento del Piemonte non solo in cima alla classifica, ma anche nella top 100 con un totale di 33 etichette.
L’Es ’21 di Gianfranco Fino conferma la quinta posizione, mentre a pari merito, in sesta posizione l’Amarone della Valpolicella Classico ‘13 di Bertani, Il Montiano ’20 e il Masseto ’20. Marche e Sardegna si piazzano in settima posizione con il Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare ’20 di Velenosi e il Turriga ’19 di Argiolas mentre il Brunello di Montalcino Riserva Poggio al Vento ’16 di Col d’Orcia conquista l’ottava posizione.
A pari merito, al nono posto, ci sono l’Etna Rosso Barbagalli ’20 di Pietradolce e il Tenuta di Trinoro ’20. Decima e undicesima posizione sono dominate da referenze toscane con il ritorno in classifica di Solaia e a seguire un tris di grandi vini a base di sangiovese: I Sodi di San Niccolò ’19 di Castellare di Castellina, Chianti Classico Gran Selezione Vigna Il Poggio ’18 di Castello di Monsanto e il Brunello di Montalcino 2018 di Poggio di Sotto, che affiancano il Montefalco Sagrantino 25 Anni ’19 di Arnaldo Caprai.
Duetto a pari merito in dodicesima posizione per il Barolo Ornato ’19 di Pio Cesare e il Cabernet Franc ’20 di Due Mani. Alla posizione tredici insieme al Barolo Ginestra Casa Matè’19 di Elio Grasso, il Lupicaia ’18 di Castello del Terriccio e Il Borro ’19, fa la sua comparsa in classifica il Trentino con il San Leonardo ’18 dell’omonima azienda.
Dopo il Montiano, il Lazio raggiunge la quattordicesima posizione con l’Habemus ’21 di San Giovenale allineato al Torgiano Rosso Rubesco Vigna Monticchio Riserva ’19 di Lungarotti e il Barolo Sperss ’19 di Gaja. Si torna in Sicilia in quindicesima posizione con il Faro ’18 di Palari. Il resto della classifica si può leggere qui.
La Top 100 viene stilata sommando i voti delle sei guide italiane più autorevoli – Gambero Rosso, Veronelli, Bibenda, Vitae, Cernilli e Maroni – attraverso un database che censisce oltre 2mila etichette all’anno, a cura di Cesare Pillon, affiancato da Emanuele Elli. Novità di quest’anno è l’aver incluso i punteggi di vini indipendentemente dalla loro presenza in tutte e cinque le guide. Ricompaiono così nomi assenti dalla scorsa edizione e si affiancano più etichette nella stessa posizione. Nessuno viene escluso e la classifica dà un’immagine più consona rispetto al panorama della critica enologica.
A dare un ulteriore sguardo sullo scacchiere internazionale c’è la classifica dei top 20 rossi italiani più votati dai critici internazionali ottenuta sommando ai rating italiani quelli dei quattro grandi valutatori internazionali: Wine Spectator, Robert Parker (Wine Advocate), James Suckling e Antonio Galloni (vinous.com). Esce fuori un quadro che evidenzia una netta predilezione per il vino toscano.
In questa classifica figurano solo cinque vini piemontesi, con un grande assente – Gaja – e solo un vino umbro: il Montefalco Sagrantino 25 Anni ’19 di Arnaldo Caprai alla posizione numero 12. Sul podio svetta, invece, il Sassicaia ’20, seguito da Masseto e, allineato a quella italiana, Il Barolo Riserva Falletto Vigneto Le Rocche ’17. Solaia e Tenuta di Trinoro conquistano la quarta e quinta posizione. Si torna, poi, in Piemonte con il Barolo Ginestra Casa Maté ’19 di Elio Grasso in sesta posizione e poi di nuovo in Toscana con I Sodi di San Niccolo ‘19 Castellare di Castellina.
A livello internazionale il Barolo Ornato ’19 di Pio Cesare guadagna qualche posizione piazzandosi alla numero otto, come il Chianti Classico Gran Selezione Vigna Il Poggio di Castello di Monsanto che arriva alla nona posizione. A seguire il Val d’Arno di Sopra Merlot Galatrona ’20 di Petrolo chiude la panoramica dei primi dieci vini rossi secondo la critica internazionale.
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