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"Vade retro vino analcolico e ostie senza glutine". La Chiesa d'Inghilterra chiude alle alternative alimentari

Per la Comunione rimangono obbligatorie le ostie con la farina di frumento e il vino alcolico. E parte il dibattito teologico

  • 11 Febbraio, 2025

Il nuovo dogma della Chiesa d’Inghilterra sta suscitando un serio dibattito teologico nel Paese. L’istituzione religiosa ha infatti affermato la propria posizione in merito agli elementi che vanno obbligatoriamente usati per celebrare la Santa Comunione: pane a base di farina di frumento, e vino che contenga una parte alcolica.

Il “no” della chiesa

La decisione arriva in un contesto in cui sempre più persone adottano diete senza glutine per motivi di salute e in cui i vini analcolici stanno guadagnando popolarità come alternativa per chi non consuma alcol. Tuttavia, la Chiesa d’Inghilterra ha scelto di mantenere la tradizione, sottolineando l’importanza della conformità agli elementi biblici del sacramento.

Il Vescovo di Lichfield e presidente della Commissione Liturgica della Chiesa, Michael Ipgrave, ha sottolineato che un cambiamento in tal senso avrebbe richiesto la revisione di due principi consolidati nella dottrina della Chiesa d’Inghilterra.

Vade retro no-alcol e gluten-free

Questa decisione, formalizzata nei documenti preparatori del Sinodo Generale, ha suscitato critiche e sollevato questioni legate all’inclusività della celebrazione eucaristica.

«Sia i sacerdoti che i fedeli che non sono in grado di consumare glutine e/o alcol sono costretti a ricevere un solo elemento dell’eucaristia o possono vedersi vietati entrambi se non li possono consumare», ha detto il reverendo Alice Kemp, definendo la scelta una vera e propria “ingiustizia”.

Comunione a metà

Una disputa teologica che Ipgrave ha tentato di risolvere, chiarendo che la dottrina prevede la possibilità di ricevere la comunione in ogni caso. «Ricevere la santa comunione di un solo elemento in caso di necessità non è una “esclusione” ma piena partecipazione al sacramento, come spesso praticato nella comunione degli infermi, o con i bambini» ha detto Ipgrave.

Chi non può consumare glutine o alcol, dovrà accontentarsi di una comunione a “metà” o, come suggerisce il Vescovo di Lichfield, che la fede supplisca alla carenza fisica.

«Coloro che, per ragioni fisiche, non possono ricevere il sacramento devono sentirsi pienamente partecipi per mezzo della fede, beneficiando ugualmente della grazia trasmessa attraverso di essa».

Tuttavia, per alcuni fedeli, questa soluzione rappresenta una limitazione dell’esperienza liturgica. Resta da vedere se, in futuro, il Sinodo rivedrà questa posizione o se la Chiesa continuerà a mantenere fermamente la propria linea. Nel frattempo, i fedeli con restrizioni alimentari dovranno affidarsi alle soluzioni previste dal rito o trovare altre modalità di partecipazione spirituale.

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<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.

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