Un cartone di Tavernello costa mediamente due euro nei supermercati italiani. E una bottiglia con la gloriosa dicitura Grand Vin de Bordeaux? Si può portare via a 1,66 euro in Francia. È sempre più viva la polemica tra i viticoltori francesi e la catena di supermercati Carrefour, rea di aver proposto diversi Bordeaux a prezzi irrisori durante la campagna promozionale Foire aux Vins. Prezzi così bassi non si erano mai raggiunti per una denominazione che sta affrontando un momento a dir poco delicato. L’oggetto della quesitone? Un cartone da 6 bottiglie AOP (l’equivalente della nostra Doc) Comte de Maignac alla bellezza di 9,96 euro, pari a 1,66 euro a bottiglia. Mentre sei bottiglie di Château Fontana a 11,82 euro, pari a 1,97 euro a bottiglia. Nemmeno l’acqua costa così poco.
I produttori francesi non l’hanno presa benissimo e sono passati subito all’azione tra manifestazioni e gesti eclatanti. Come atto dimostrativo, sono entranti nella sezione vini di alcuni Carrefour e hanno sostituito le bottiglie sugli scaffali con viti sradicate per rivendicare l’assurdità dell’offerta. Ma non solo. Hanno anche consegnato al direttore del negozio Carrefour Lormont un certificato ironico per il miglior prezzo più basso. Nell’attestato hanno rivendicato quanto un prezzo di 1,66 euro per una bottiglia di AOP Bordeaux annulli di fatto alcuna remunerazione per il viticoltore.
Contattato dall’emittente RMC Conso, Carrefour ha dichiarato che il prezzo di 1,66 euro a bottiglia è un prezzo promozionale interamente finanziato dalla Maison Johanès Boubée e non incide in alcun modo sulla remunerazione dei viticoltori. Inoltre, è stato sottolineato che le offerte a basso costo erano un tentativo di arrestare il drammatico calo delle vendite di vino in tutta la Francia e quindi, in ultima analisi, miravano ad aiutare i viticoltori.
La crisi di Bordeaux, che trovate come storia di copertina sul mensile del Gambero Rosso di aprile, è sempre più profonda. Già lo scorso 25 febbraio la Société Civile Fermière Rémi Lacombe (oltre 130 ettari nel Médoc) ha vinto una causa contro i commercianti di vino Ginestet (di proprietà della famiglia Merlaut) ed Excell (una filiale di Cordier, parte del gruppo Invivo) rei di aver acquistato vini sfusi tra il 2021 e il 2022 a un prezzo medio al litro intorno a 1,30. Grazie all’applicazione della normativa EGALIM (Etats Généraux de l’Alimentation), che regola i rapporti tra commercianti e fornitori di prodotti agricoli, i giudici hanno dato ragione al produttore. Ma è solo un piccolo indizio, il Mèdoc è tra le zone più afflitte. Se la linea alta di Bordeaux continua a volare, la base produttiva è in fortissima difficoltà. Il governo francese ha puntato prima sulla distillazione di crisi, poi su un piano di espianto dei vigneti per ricalibrare domanda e offerta. I numeri della superficie vitata parlano chiaro: nel 2023 la Bordeaux ha rivendicato 103.210 ettari AOC (l’equivalente della nostra Doc), secondo il Civb, un calo del 4% sul 2022 (107.748 ettari). La perdita si concentra nel Bordeaux Rouge Aoc, il cui vigneto è sceso a 28.335 ettari, – 12% sul 2022 e, addirittura, -22% sugli ettari del 2017. Nel 2024 il governo ha in programma di estirpare circa 8.000 ettari. Con un trend così il paesaggio di Bordeaux rischia di cambiare drasticamente. Basterà per tenere alti i prezzi?
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