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Il Belgio fa dietrofront: niente limiti alla pubblicità degli alcolici (almeno per ora)

Dopo il commento della Commissione Ue e di alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, il ministro della Salute belga ha ritirato il decreto. Ma l'ufficialità si avrà solo tra qualche settimana

  • 02 Maggio, 2024

Il ministro belga della Sanità Franck Vandenbroucke ha annunciato l’intenzione di ritirare la proposta di stop alla pubblicità degli alcolici durante l’attuale legislatura. Il progetto rientrava nella più ampia strategia interfederale per combattere l’uso dannoso ed eccessivo di alcol, ma qualcosa nelle ultime settimane deve avergli fatto cambiare idea. A partire dalle osservazioni degli altri Stati membri (Italia compresa) preoccupati che questo passo in avanti potesse compromettere il sistema decisionale comunitario.
Tuttavia, come ricorda il Ceev, l’intenzione espressa da Vandenbroucke diventerà realtà solo dal 16 maggio, ovvero quando in Belgio si svolgerà l’ultimo consiglio dei ministri prima delle elezioni federali.

Il parere italiano e degli altri Stati membri

Sui motivi di questo dietrofront, restano diverse ipotesi, come spiegano Ceev e Unione italiana vini. La prima riguarda la pubblicazione dei commenti della Commissione europea (che evidenzia una serie di incongruenze, tra cui la mancata di indicazione sui tempi di adozione) e gli avvisi circostanziati di tre Paesi: Spagna, Romania e Italia. Quest’ultima, in particolare aveva fatto notare come non fossero chiari tempi di applicazione, messaggi consentiti o vietati e ambito di applicazione, creando incertezze tra gli operatori e rappresentando un ostacolo al commercio in violazione del diritto dell’Ue. Inoltre, nel commento all’iniziativa si metteva in evidenza come il decreto avrebbe potuto compromettere le iniziative di etichettatura in corso a livello europeo in materia di avvertenze sanitarie.

Le ipotesi dietro al dietrofront

Al di là degli avvisi degli altri Paesi, a far cambiare idea al Ministro belga potrebbero essere stati anche altri fattori, come spiegano Ceev e Uiv, tra cui il mancato accordo con gli altri partiti della maggioranza di Governo che hanno messo l’accento sulle incongruenze tra il piano di azione alcol e il decreto o anche le critiche del mondo scientifico al parere pubblicato dal Consiglio superiore della salute belga su cui era stata basata la proposta di decreto.
Infine, c’è da considerare anche il poco tempo a disposizione, dal momento che, come già scritto le attività legislative dell’attuale Governo termineranno con l’ultimo consiglio dei ministri del 16 maggio. Se anche il nuovo Governo tornerà a parlare di piano antialcol – compreso stop alla pubblicità e via libera agli alert in etichetta – lo si vedrà nei prossimi mesi. In attesa che la “nuova” Europa, che uscirà dalle elezioni di giugno, trovi una soluzione comunitaria che metta tutti d’accordo e che blocchi le fughe in avanti dei singoli Paesi, Irlanda e Belgio compresi.

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