Addio a Giorgio Medici, uno dei protagonisti indiscussi del mondo vinicolo emiliano, ci ha lasciati all’età di 86 anni. La famiglia Medici, in un comunicato ufficiale, ha voluto ricordare Giorgio con queste parole: «Ci lascia oggi un uomo che ci ha insegnato ogni giorno cosa significa essere una famiglia e lavorare con passione, insieme. I suoi principi e valori lasciano una traccia indelebile in tutti noi e nell’azienda. Vogliamo ricordarlo come un grande padre, un grande nonno e un grande imprenditore, che ha sempre saputo vivere il presente con la mente rivolta al futuro. Grazie per il tuo esempio, buon riposo». La sua azienda, oggi in mano alla quinta generazione della famiglia, è considerata un punto di riferimento internazionale per la produzione del vino rosso emiliano.
Negli anni Settanta, quando molti consideravano il Lambrusco un vino di consumo locale, Giorgio Medici ebbe la visione di portarlo oltre i confini dell’Emilia-Romagna, fino alle tavole dei consumatori di tutto il mondo. Figlio di Ermete Medici, che già vinificava con successo, Giorgio proseguì il percorso intrapreso dal padre, unendo alla tradizione una spiccata lungimiranza commerciale. Insieme al fratello Walter, iniziò a esportare il Lambrusco fuori dai confini nazionali, con particolare attenzione ai mercati statunitensi, intuendo che questo vino, con la sua vivacità e versatilità, potesse riscuotere successo anche tra i consumatori d’oltreoceano. Grazie alla sua tenacia, è riuscito a trasformare una piccola cantina locale in un brand globale, fino a vedere, nel 2018, il suo Lambrusco Concerto entrare nella prestigiosa lista dei migliori vini del mondo stilata dalla rivista Wine Spectator.
Oltre al successo commerciale, Giorgio Medici si è distinto per il suo impegno nella tutela e promozione dei vini locali. Dal 1996 al 2002, è stato Presidente del consorzio per la tutela e la promozione dei vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa e del consorzio per la promozione del marchio storico dei vini reggiani. Il suo lavoro ha contribuito in maniera determinante a portare la denominazione reggiana a essere riconosciuta e apprezzata nel mondo del vino di qualità. Inoltre, la sua partecipazione attiva in associazioni di categoria come Unindustria Reggio Emilia e Assoenologi testimonia il suo impegno per la crescita del settore vitivinicolo.
Tra i vini di punta, il Reggiano Concerto rimane il simbolo della sua eredità: concentrato nel colore, pulito nei profumi fruttati e dalla beva sincera e golosa; questo è il vino che rappresenta la visione di Giorgio.
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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