Vini fermi e spumanti sono su poli opposti, se si guarda alla composizione del carrello della spesa degli italiani tra gennaio e settembre, in un quadro di rallentamento generale degli acquisti. Secondo i dati dell’Osservatorio sui consumi alimentari Ismea-NielsenIQ, gli alimentari in generale sono costati lo 0,5% in più rispetto ai nove mesi del 2023. Si tratta di un deciso cambio di trend, se si pensa che la spesa nello scorso anno aveva registrato l’aumento più alto degli ultimi anni (+8,1%). Il dato del 2024, di fatto, interrompe il processo di crescita degli alimentari nel biennio.
La composizione del carrello della spesa riflette il crescente interesse per cibi salutari (nuovi stili di vita), ma il prezzo resta determinante nelle scelte di acquisto. Come ricordano Ismea-NielsenIQ, nonostante i consumatori siano più attenti alla propria salute e all’ambiente (oltre 17 milioni di italiani praticano sport, il 7% della popolazione dice di fare il digiuno intermittente, un altro 7% apprezza la dieta iperproteica, aumentano i consumi di prodotti bio) sono ancora molti coloro che acquistano in base alla disponibilità economica e, quindi, sono guidati dal fattore risparmio.
Il comparto bevande, incrementa il suo peso sullo scontrino (da 9,9% all’11,5%) per via di un generale aumento della spesa sostenuta per gli acquisti per il solo consumo casalingo (+2,2%), in parte per l’aumento dei prezzi medi, in parte per quello dei volumi acquistati. Di segno negativo in volume, tra gennaio e settembre, sono le performance dei vini fermi (-2,8% in quantità e -0,5% nella spesa) e delle bevande alcoliche (-1,3% volumi -0,4% la spesa per un lieve aumento dei prezzi medi: +0,9%). A controbilanciare, ci sono le crescite degli spumanti (+2,3% volumi e +2,2% valori), dell’acqua in bottiglia e della birra (rispettivamente +2,7% +1,7% in volume e +3,3% e +2,7% in valore). Nel segmento bevande, il vino fermo pesa per il 19% sul giro d’affari complessivo, mentre gli spumanti per il 5 per cento (bevande analcoliche 24%, acqua 23%, birra 19 per cento). Considerando l’aggregato vini-spumanti, la spesa risulta comunque stabile rispetto a un anno prima.
Per quanto riguarda gli altri comparti, dopo mesi di continua crescita, sono in calo tutti comparti relativi ai prodotti proteici di origine animale: carni (-2,4%), lattiero-caseari (-1,7%), salumi (-0,5%), ittici (-0.2%) a eccezione delle uova (+1,3%). Prosegue, invece, la crescita della spesa per ortofrutticoli (+1,1% ortaggi e +3,3% frutta), oli vegetali (+18%), e bevande analcoliche (+1,6%); in discreta tenuta la spesa per i derivati dei cereali (-0,2%) sostenuta dalle categorie di “pane e sostituti” (+1,7%) e quella delle “pizze pronte” (+1,3%) ma non dalla pasta secca (-6,1 per cento).
Il supermercato resta il canale predominante per gli acquisti degli italiani, col 41% di share e una performance positiva in termini di fatturato del 2,3% sui primi nove mesi del 2023. Rimane stabile il valore della spesa effettuata presso gli ipermercati. Continua a migliorare le proprie performance il discount, mettendo a segno nei primi nove mesi del 2024 un aumento degli incassi dell’1,4%, che aggiunge al +10% registrato nel 2023. In calo, la spesa presso il canale dei liberi servizi (-4,4%) e del dettaglio tradizionale (-6,7 per cento).
<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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