Pasqua e Pasquetta sono alle porte. Le consuetudini gastronomiche delle tavole festive, come ben risaputo, cambiano da regione a regione (ma anche da paese a paese); quindi risulta un po’ complicato trovare un piatto che venga consumato da tutti durante il periodo pasquale. Se però vogliamo individuare qualcosa che sia veramente trasversale, oltre alla colomba, allora ci viene in mente la grigliata, un secondo piatto protagonista tanto della domenica pasquale quanto, soprattutto, della scampagnata del Lunedì di Pasquetta. A seconda di ciò che decidiamo di mettere sulle braci ardenti, prevederemo degli abbinamenti con vini differenti.
Partiamo dal grande classico di Pasqua: l’agnello. C’è chi lo porterà in tavola cotto in padella, chi preferirà arrostirlo nel forno. Ma la soddisfazione che dà una grigliata di succulente costolette di agnello alla scottadito è qualcosa di inspiegabile. Una legge non scritta degli abbinamenti recita che con l’agnello stia benissimo il cabernet. Senza andare a scomodare Bordeaux, ci rivolgeremo a quelli nostrani. E allora via con la lista; consigliamo il Colli Berici Cabernet Bradisismo di Inama, e poi un terzetto toscano di grande prestigio: l’Auritea di Tenuta Podernovo, il Duemani di Due Mani e il Paleo Rosso de Le Macchiole. Ovviamente, sempre per rimanere in Toscana, anche il bacino dei Bolgheri offre un ottimo supporto per l’abbinamento. Se invece vogliamo qualche autoctono italiano, suggeriamo i Valpolicella: fanno al caso nostro il Valpolicella Cl. Sup. di Rubinelli Vajol, il 44 Verticale di Buglioni e il Valpolicella Sup. Case Vecie di Brigaldara. Se arricchite le costolette con generosi dosi di erbe aromatiche, allora è il caso di accompagnarle con vini mediterranei, un consiglio su tutti: Cannonau. Quest’anno ne abbiamo premiati diversi, tutti meritevoli, ma uno ci è rimasto nel cuore, il Ghirada Fittiloghe di VikeVike.
Se invece decidiamo di grigliare carni bovine (senza fare troppe distinzioni tra i vari tagli) allora è il caso di ripartire dalla Toscana. In particolar modo dal Chianti Classico. Anche qui, è ovvio che ci sia l’imbarazzo della scelta: la denominazione è ampia e soprattutto è in grande forma, con declinazioni stilistiche sempre più identitarie e territoriali. Non possiamo dilungarci in un elenco infinito; bastino tre nomi, senza scomodare i Gran Selezione o le Riserve: Chianti Classico de L’Erta di Radda, Chianti Classico Lamole de I Fabbri e Chianti Classico di Castell’in Villa. Se vogliamo rimanere sul sangiovese, possiamo spostarci anche nell’altro versante dell’Appennino, in Romagna: qui andremo a bussare alle porte di Mutiliana per il Romagna Sangiovese Modigliana Tramazo, di Chiara Condello per il Romagna Sangiovese Predappio Le Lucciole Riserva e di Fattoria Zerbina per il Marzeno Superiore Poggio Vicchio. Ma potremmo aggiungere anche qui vitigni e vini da tutta l’Italia: un ottimo Montepulciano dal Piceno, il Sipario di Pantaleone; oppure il Ciliegiolo Ràmici di Leonardo Bussoletti dall’Umbria; ma anche qualche pinot nero, per esempio il Trattmann Riserva di Girlan, o il Tavernetto di Conte Vistarino dall’Oltrepò Pavese; chiudiamo con la Sicilia e l’Etna Rosso V. Barbagalli di Pietradolce.
Veniamo al capitolo relativo al maiale. Se cuociamo salsicce, braciole o costine aumentiamo parecchio la situazione di grassezza in bocca. Abbiamo bisogno di qualcosa che aiuti a combattere questa sensazione. Possiamo cercare tra i Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, dotati allo stesso tempo di sfumature tenniche e bollicine: provate quello della linea Vini del Re della Cantina Sociale Settecani o il Monovitigno di Fattoria Moretto. Ma funziona anche la Barbera con la sua acidità; fanno al caso nostro le versioni più agili e scattanti, come la Barbera d’Asti Sanbastian di Dacapo o la Barbera d’Asti Pautasso di Raffaele Gili. Da non sottovalutare l’abbinamento con il Cerasuolo d’Abruzzo; vi dirottiamo verso il Giusi di Tenuta Terraviva o il Tauma di Giuliano Pettinella.
Se oltre alle carni rosse deciderete di grigliare anche qualche carne bianca, magari un bel pollo, allora possiamo pensare di abbinare un bianco, magari dotato di buona struttura. E ricomincia il nostro giro d’Italia. Potrebbe essere una buona occasione per assaggiare il Greco di Tufo Oikos Riserva di Fonzone, o il Soave Classico Monte Carbonare di Suavia; ma anche il Terlano Pinot Bianco Abtei Muri Riserva di Muri-Gries, il Collio Chardonnay Riserva di Primosic o il Pecorello Grisara di Roberto Ceraudo.
Non resta che augurarvi una Buona Pasqua, da tutta la redazione del Gambero Rosso!
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