Due grandi rossi da invecchiamento: un Taurasi impenetrabile e un Barolo luminoso

“Il Barolo del Sud”: è questo l’appellativo più utilizzato nei corsi enoici per descrivere il Taurasi. Siamo in Irpinia, nel cuore della Campania, in un territorio caratterizzato da colline che custodiscono alcune delle uve più importanti nel panorama ampelografico italiano, fiano, greco e, perlappunto, aglianico, il protagonista della DOCG Taurasi. Le analogie col più importante rosso di Langa sarebbero da ricercare nella struttura tannica, nella capacità di migliorare con il tempo che passa e di superare per potenziale d’invecchiamento molti altri rossi blasonati.

Più che sulle somiglianze, però, in questa puntata ci siamo soffermati sulle differenze. E abbiamo messo vicino, come al solito, due grandi vini in grado sì di invecchiare mirabilmente, ma che sono agli estremi per diversi aspetti. Tanto impenetrabile è la Riserva Quindicianni ’05 di Perillo, quanto brillante e luminoso il Monvigliero ’18 di Vietti; tanta è la materia tannica del rosso irpino, quanto sottile e fine è il sorso del cru di Verduno.

E poi ancora: sono già tanti gli anni passati dalla vendemmia 2005, e il Taurasi ne ha risentito solo positivamente; invece il Monvigliero ’18 è ancora molto giovane, già di grande piacevolezza, ma sicuramente ancora in divenire. Ultimo appunto sulle aziende: famiglia, tradizione e identità per i Perillo, una dimensione internazionale innestata in un territorio prestigioso per Vietti, acquisita nel 2016 dal gruppo americano Krause.

Vini Rari rossi da invecchiamento: un Taurasi e un Barolo da conoscere