Tra le varie distinzioni che si possono fare riguardo le uve, una di quelle principali riguarda le caratteristiche aromatiche dei vitigni. Come sappiamo, ci sono alcuni di essi che geneticamente sono ricchi di molecole odorose ancor prima che queste si sviluppino con la fermentazione. Sono i cosiddetti vitigni aromatici, uve ricche di terpeni, sostanze presenti sulla buccia, che danno vita ad aromi caratteristici, che ci permettono di individuare subito la materia prima da cui nasce il calice che stiamo assaggiando. Esistono anche vitigni chiamati semi-aromatici: in questo caso la presenza di terpeni sulla buccia è minore, ma l'identità olfattiva è comunque evidente e riconducibili alle sostanze presenti nella polpa degli acini. Nella rubrica di oggi vi proponiamo alcuni vini prodotti con queste uve, presenti nel nostro Berebene.
Il più famoso vitigno aromatico è senza dubbio il moscato, anzi "i moscati" visto che ne esistono diverse tipologie: è uno dei vitigni più antichi, come dimostrano la sua grande diffusione praticamente in tutta Europa e le variazioni genetiche che hanno portato anche a una diferenziazione dei colori delle bucce (moscato bianco, giallo, nero, rosa). Altrettanto famosa, altrettanto diffusa, altrettanto antica è la famiglia della Malvasia; la inseriamo in questo gruppo anche se alcune sue varianti sono aromaticamente neutre; non quella di cui troverete la scheda, ovvero la malvasia di Castelnuovo Don Bosco, realizzata con malvasia di Schierano o malvasia nera lunga.
Tra le bacche rosse semi-aromatiche troviamo anche il lacrima, coltivato oggi soprattutto nelle Marche, in provincia di Ancona, dove ha una Denominazione dedicata. Spostandoci di nuovo a nord, in Piemonte, nell'areale di Castagnole Monferrato troviamo invece il ruché, inconfondibile nei suoi aromi floreali e speziati. Chiudiamo la nostra piccola rassegna con lo zibibbo con cui si produce il Ruggia, dell'azienda calabrese Masicei, un'altra tipologia di moscato.