La viticoltura salentina nelle sue espressioni storiche – e di grande contemporaneità – si abbina ai menu dei grandi chef selezionati da Gambero Rosso. Armonie tutte da scoprire per gli amanti dell’alta cucina e del buon vino.
Bianchi, rosati, rossi, frutto di una terra tra due mari, che dall’aperitivo al dolce sono capaci di accompagnare con freschezza, struttura e personalità ogni portata.
Rosati, da un territorio particolarmente vocato, ma anche “rossi che, a temperature differenti, mostrano diverse sfumature e la capacità di esaltare abbinamenti inconsueti e sorprendenti – dice Damiano Reale, Presidente del Consorzio di Tutela Vini D.O.P. Salice Salentino . Un’occasione di svelare a grandi chef, oltre che al pubblico di appassionati, una doc come il Salice. "Parlare di questo vino significa raccontare la storia di una classe contadina, ripercorrere una vicenda antica che fonda le sue radici nel cuore del Salento vitivinicolo".
Altrettanto fiere e persuasive le parole di Angelo Maci, Presidente del Consorzio Tutela Vini D.O.C Brindisi e D.O.C Squinzano: “Già il nome, Brindisi, è bellissimo. Brindisi è gioia, è folklore, è festeggiare. Dietro questa denominazione c’è un lungo lavoro, che celebra un territorio votato alla viticoltura. Siamo convinti del Negroamaro – vitigno base comune a entrambi i Consorzi – prodotto dalla storia millenaria di cui abbiamo migliorato le caratteristiche grazie a tecnologie avanzate”.
Come potrete scoprire partecipando alle 10 cene degustazione del Salice Salentino DOP & Brindisi DOP on Tour.
Il Salento e le Dop Salice Salentino e Brindisi
Oggi il Salento ha tutte le caratteristiche per essere considerato tra le più importanti zone enologiche italiane e sono proprio il millenario know-how e gli alberelli pugliesi i maggiori elementi di forza di questa terra.
Vigneti in riva al mare rinfrescati dalle brezze sotto un sole caldo, terre rosse e una notevole complessità di suoli che in comune hanno la tessitura sabbiosa di origine marina organizzati in terreni pianeggianti o in leggera pendenza. Quando si arriva nel terroir delle due denominazioni, a colpire il viaggiatore è il colore rosso di gran parte di queste terre: caratteristica legata alla composizione del terreno, ricca di idrossidi di ferro e alluminio. La vicinanza equidistante ai due mari (Adriatico e Jonio) di questi vigneti, consente escursioni termiche e ottima ventilazione, conferendo grande sapidità ai vini; parliamo insomma di un terroir capace di dar vita a vini ricchi di estratti e dai profumi intensi, che sfidano il tempo.
E se da Brindisi – terminale dell’Appia antica che la unisce a Roma – partiva il Grand Tour che portava i giovani romani a scoprire la Grecia (qui i rampolli dell’aristocrazia salutavano gli amici alla partenza con un calice di vino beneaugurante, che da allora è diventato il “brindisi”), Salice Salentino ha una storia che risale al Medioevo; divenuta importante come centro agrario e crocevia di commerci, oggi è conosciuta in tutto il mondo per il suo vino. Qui, insomma, nelle terre delle due Dop, il vino s’è sempre fatto, dal vitigno Negroamaro e Malvasia nera in primis: prodotto da secoli e commercializzato con successo ben oltre i confini regionali.
Salice Salentino DOP e Brindisi DOP: le tipologie
Un paesaggio suggestivo, su terreni profondi, argillosi e ricchi di ferro, tra masserie, torri di vedetta e città barocche: è questo l’habitat ideale del vitigno principe del territorio, il Negroamaro.
Per la DOC Brindisi il disciplinare è ricco e articolato: accanto al Rosso (anche Riserva) e al Rosato (anche Spumante) prevede anche il Bianco (Chardonnay e Malvasia bianca oltre a Sauvignon e Fiano). Il Brindisi Rosso, il blend più tradizionale, prevede un 70% minimo di Negroamaro e, solitamente, Malvasia nera; possono concorrere anche altri vitigni autorizzati, come l’autoctono Susumaniello, oggi al centro di una vera riscoperta. Un vino elegante e profondo che caratterizza la denominazione e la differenzia dagli importanti cugini.
Della DOC Salice Salentino restano protagonisti il Salice Salentino Rosso (75% Negroamaro) e il Rosso Riserva, ma non vanno dimenticati il Bianco (generalmente a base Chardonnay) e il Rosato, a base di Negroamaro e Malvasia nera (qui nel 1943 è stato imbottigliato il primo rosato al mondo). E per finire un vino dolce di antica tradizione: il Salice Salentino Aleatico. Una gamma co-mpleta, insomma, che ha conquistato un pubblico internazionale per eleganza, complessità, pienezza di struttura e longevità.
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