Adattarsi per sopravvivere: le nuove frontiere della genetica applicate alla viticoltura

20 Feb 2025, 16:29 | a cura di
Il miglioramento delle caratteristiche della vite e la ricerca di varietà resistenti sono da sempre alla base del contrasto a fitopatie e crisi climatica

Franceso Bacone (1561-1626) è forse il più grande costruttore della "l’immagine moderna della scienza". Evidenzia probabilmente per la prima volta il conflitto tra il "sapere delicato" degli umanisti e quello tecnico-scientifico, libero dalle tradizioni filosofiche e dispute teologiche. Conflitto che mise le basi a una delle correnti culturali più influenti sulla storia del nostro continente, l'Illuminismo.

Nella sua visione utopica, intravede i progressi che poteva portare il miglioramento genetico ante litteram. Lo fa dire al Padre della Casa di Salomone, una istituzione di Betsalem, la citta utopica descritta nel libro La nuova Atlantide (1624): «In questi stessi frutteti e giardini, facciamo nascere artificialmente piante e fiori più presto o più tardi della stagione in cui essi nascerebbero naturalmente e li facciamo fiorire e fruttificare più rapidamente del normale. Siamo in grado anche di ottenere piante molto più grandi delle normali, e i frutti di queste piante sono più grandi, più dolci, e differenti in gusto, profumo, colore e forma dagli altri della specie originaria».

Trasformare la natura a proprio vantaggio

Bacone non si limita a predire un futuro in cui l'uomo sarà capace di modificare gli ambienti di crescita delle colture per plasmarne le rese produttive, parla anche di un futuro in cui l'uomo sarà in grado di trasformare i tratti caratteristici di una varietà a proprio vantaggio. Questo tipo di risultato si ottiene solo con la manipolazione genetica. Il miglioramento della vite era allora operato dai viticoltori che seminavano e selezionavano le piante che ottenevano, le migliori venivano propagate per via agamica (talea e margotta). Con Gregorio Mendel (1822-1884), per la prima volta, l’ereditarietà dei caratteri non ha più a che fare con delle energie impalpabili e sconosciute, ma passa attraverso elementi fisici, che si possono studiare e che funzionano secondo leggi comprensibili all’intelligenza umana.

La riscoperta di Mendel e la viticoltura moderna

Le leggi di Mendel furono riscoperte solo dopo alcuni decenni dalla loro pubblicazione (nel 1900) e il primo banco di prova fu la creazione delle varietà di vite resistenti alle malattie americane e i portinnesti, per contrastare la fillossera a cavallo tra l'800 e il '900. Nasce così la cosiddetta viticoltura moderna che trova nell'ampelografia lo strumento per conoscere la riposta adattativa dei vitigni all’ambiente. Con la decriptazione del Dna della vite avvenuta nel 2007, inizia una nuova era per il miglioramento della vite e le tecniche di biologia molecolare (note come genome editing) sono in grado di modificare il genoma a posizioni precise del Dna, consentendo così alla pianta di tollerare le malattie crittogamiche e di essere più resiliente nei confronti del cambiamento climatico.

Le nuove frontiere della genetica

Quali sono le nuove frontiere della genetica? Si chiama epigenetica. I fenomeni epigenetici sono in grado di modificare l’espressione genica dell’individuo senza determinare cambiamenti nella sequenza del Dna e di trasmettersi di generazione in generazione. Le piante, essendo organismi immobili, devono essere capaci di strategie di risposta rapide ed efficienti in risposta a cambiamenti biotici e abiotici e, quindi, utilizzano come strategia di adattamento le regolazioni epigenetiche. Se il genoma è la biblioteca, l’epigenetica è il modo per leggerla.

Il Sangiovese è un ottimo esempio di questo meccanismo adattativo nei confronti delle condizioni climatiche. Nelle zone dove era coltivato, ha generato le varianti fenotipiche sulle quali ha operato l'uomo con la selezione, cercando di moltiplicare quelle piante che avevano meglio reagito (per i suoi fini enologici) agli stress ambientali. Per questo motivo, i biotipi di Montalcino sono diversi da quelli del Chianti o della Romagna, pur avendo tutti lo stesso patrimonio genetico e danno origine, se coltivati in uno stesso ambiente, a vini con caratteristiche sensoriali distinguibili.

Il professor Attilio Scienza è il coordinatore scientifico del Corso di Alta formazione
Il vino del futuro del Gambero Rosso

Contributo a cura di:

  • Attilio Scienza

    ordinario di Viticoltura Università degli Studi di Milano

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